Morti in Corsia, false analisi e impunità: "Una luce terribile su quanto succedeva nel Ps"

Lo sfogo del procuratore Fontana: "Episodi di una gravità assoluta"

Morti in Corsia, false analisi e impunità: "Una luce terribile su quanto succedeva nel Ps"
Pubblicato:
Aggiornato:

Morti in corsia, il caso di Massimo Guerra, merito dell’infermiera Laura Taroni torna nella requisitoria del pm Maria Cristina Ria.

Morti in corsia, le false analisi per il diabete di Massimo Guerra

Curato per il diabete senza esserne affetto per ridurne la libido e “tenerlo lontano” dalla moglie Laura Taroni, amante del viceprimario Leonardo Cazzaniga. Nell’udienza di stamattina del processo a Leonardo Cazzaniga per le morti in corsia nell’ospedale di Saronno si è tornato a parlare di Massimo Guerra, marito dell’infermiera Laura Taroni. Una vicenda che comprende finte analisi, campioni di sangue falsati e la somministrazione nascosta di farmaci per far credere all’uomo di avere il diabete.

Tre falsi referti

La Procura nel corso dell’indagine e del dibattimento ha analizzato tre falsi referti su Massimo Guerra risalenti alla primavera 2012, confermati da un colloquio intercettato in carcere tra Cazzaniga e la sorella in cui l’ex viceprimario conferma i falsi ingressi in ospedale di Guerra, ed emerge l’alterazione del sangue con glucosio per alzarne i livelli e giustificare l’utilizzo massivo di farmaci antidiabete e diminuire contestualmente la libido dell’uomo.

Lontano dalla moglie Guerra migliorava

Come emerso al termine dei diversi ricoveri, e in particolar modo dopo quello al Sant’Anna di Como, lontano dalle “cure” della moglie  lo stato di salute di Guerra migliora e spariscono ogni sintomo e traccia del diabete. “L’ultimo falso accesso è del 14 aprile 2012 – ha ricordato il pm Maria Cristina Ria – Tre giorni dopo Massimo Guerra subisce il secondo ricovero in ospedale. La richiesta di intervento è fatta dalla Taroni che al telefono dice ai soccorritori che il marito ha 589 di glicemia e di avergli somministrato 25 unità di insulina sottocute. Ma nella diagnosi effettuata in ospedale viene stabilito che non c’è diabete“.

Il sangue di Cazzaniga analizzato al posto di quello di Guerra

Taroni e Cazzaniga, secondo l’accusa, agivano praticamente impuniti, in totale libertà. A prova di questo, l’episodio successivo al ricovero di Guerra nel novembre 2012: un dottoressa (che ha patteggiato per falso ideologico) scrive al primario Nicola Scoppetta una mail in cui si fa riferimento a un prelievo “inquinato” del sangue di Guerra, che in realtà era però di Cazzaniga. Fu Taroni a scrivere sulla provetta col sangue prelevato all’amante il cognome del marito e ad alterarne il contenuto con del glucosio (come confessato dalla stessa Taroni). Questa mail, che i legali di Scoppetta hanno fatto sapere esser stata scambiata per spam e non letta, fa comunque riferimento a una precedente conversazione. Quindi, secondo l’accusa, il primario sapeva e non ha agito e da qui l’accusa di omessa denuncia di un fatto che sarebbe stato perseguito d’ufficio.

Indignato il procuratore Gianluigi Fontana: “In tutta questa requisitoria mi permetto di far rilevare l’assoluta gravità di quanto è successo. Abbiamo la prova provata di alterazione di un esame del sangue e una dottoressa, che al telefono dice di stare tranquilli perchè tanto l’azienda ne uscirà pulita. La dottoressa ha poi patteggiato ma resta la gravità assoluta di un episodio che getta una luce terribile su quanto avveniva in quel Pronto Soccorso“.

Seguici sui nostri canali
Necrologie