Era di Vedano al Lambro

"Morto sul lavoro, dopo tre anni nessun colpevole"

Il 37enne Simone Regazzoni perse la vita sul cantiere dove lavorava come geometra. Il processo si è concluso sostenendo che la colpa fu una "disattenzione"

"Morto sul lavoro, dopo tre anni nessun colpevole"
Pubblicato:

Era morto sul lavoro nel Bresciano il 37enne di Vedano al Lambro. Ora, a distanza di tre anni, la famiglia chiede ancora verità.

Morto sul lavoro a 37 anni

Una drammatica storia iniziata nel 2021 e che non lascia pace a una mamma e a un papà.

La nostra vita si è fermata quel tragico pomeriggio quando ci è stato portato via il nostro unico figlio.

A parlare è Caterina Regazzoni, la mamma di Simone il 37enne che perse la vita in un drammatico incidente sul lavoro a inizio dicembre del 2021.

Il processo si è concluso

Ora, a distanza di tre anni (e nonostante il processo si sia concluso senza colpevoli), la famiglia e gli amici continuano a pretendere verità.

Il processo si è concluso e nessuno è stato dichiarato colpevole per quanto accaduto, non sappiamo nemmeno nel dettaglio che cosa sia successo e come la vicenda si sia svolta. Secondo i giudici la colpa è stata tutta sua, ma non può essere andata così.

Ha raccontato la mamma del vedanese, ancora scossa.

Una giovane vita spezzata

Nato il 2 dicembre del 1984, era cresciuto a Monza dove si era diplomato come geometra all’istituto superiore Mosè Bianchi.

Una passione, quella per il mondo dell’edilizia, che lo aveva portato a specializzarsi. Per molti anni aveva lavorato come geometra di cantiere fino a quando nel 2018 aveva cominciato la sua attività di responsabile nella azienda bresciana dove mercoledì purtroppo ha perso la vita.

Era un ragazzo buono, un gran lavoratore che si impegnava molto in quello che faceva. Era molto legato alla sua famiglia e ai suoi amici. Non è possibile che non si possa sapere cosa è successo quel giorno.

Ha continuato Caterina Regazzoni. Il 37enne, infatti, da poco aveva preso casa a Vedano ma la famiglia ancora abita al confine tra il rione Rutunda a Lissone e il quartiere Cazzaniga a Monza.

Il drammatico incidente

Il vedanese, da qualche tempo, lavorava come geometra in una azienda edile di Sabbio Chiese nel Bresciano.

Quel mercoledì pomeriggio Regazzoni era stato investito da un carrello elevatore in manovra. Dalle prime ricostruzioni fornite all’epoca delle Forze dell’ordine sembra che l'incidente sia stato causato da un errore di comprensione tra il manovratore del mezzo e la vittima che in quel momento risultava di schiena rispetto alla macchina in movimento.

Un errore che costò la vita al 37enne che era stato trasportato d’urgenza agli Spedali Civili di Brescia con l’elisoccorso in condizioni disperate. Il giorno seguente, dopo una tenace lotta tra la vita e la morte, era morto proprio nel giorno del suo compleanno: il 2 dicembre.

Immediatamente era stato aperto un fascicolo presso la Procura con l’obiettivo di fare chiarezza e di accertare le responsabilità dell’accaduto.

L’amarezza della famiglia

Amareggiati la mamma e il papà Luigi che ancora non si danno pace.

Il processo si è concluso senza colpevoli, anzi, la colpa è stata assegnata proprio al nostro Simone. Vogliamo scoprire la verità, vogliamo sapere cosa davvero è successo quel giorno - ha continuato mamma Caterina - Sono tre anni che lottiamo per avere verità, ma mi sa che non la scopriremo mai. Come può essere stata colpa sua? La nostra vita si è fermata quel tragico pomeriggio, non facciamo più niente tutto è fermo quel giorno.

L'altro lunedì sera, poi, come negli ultimi anni, famiglia e amici si sono ritrovati al Santuario del Carmelo a Monza per una messa in memoria di Simone.

Ci hanno portato via l’unico figlio che avevamo, c’è un grande vuoto. Non ci lasceremo scoraggiare e cercheremo giustizia fino all'ultimo.

E sono proprio i tanti amici che, insieme a mamma Caterina e papà Luigi, continuano a chiedere che venga fatta chiarezza.

Il processo si è chiuso dando la responsabilità allo stesso Simone, per mancanza di attenzione. Tutti sono stati scagionati e nessun risarcimento è stato previsto. I genitori non si danno pace per questo.

Hanno ricordato tutti gli amici.

LEGGI L'EDIZIONE DIGITALE DEL GIORNALE DI MONZA

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali
Necrologie