Mostra "Porno per bambini" | Lega Mezzago insorge
Lega Mezzago insorge contro il locale Bloom che aveva preso le difese della Santeria Social Club di Milano, l'organizzatore dell'esposizione.
Mostra "Porno per bambini" | Lega Mezzago insorge contro il locale Bloom che aveva preso le difese della Santeria Social Club di Milano, l'organizzatore dell'esposizione.
Mostra "Porno per bambini"
"La solidarietà del Bloom è inaccettabile, senza se e senza ma". Così ha tuonato la sezione mezzaghese della Lega, commentando il post pubblicato dal locale "Bloom" di Mezzago sulla propria pagina Facebook, in merito alla soppressione della mostra "Porno per Bambini" programmata il 13 dicembre alla galleria Lampo a Milano da "Santeria Social Club". “Una vergogna che ci rifiutiamo di commentare. Giustificarsi dietro la solita scusa della provocazione artistica questa volta non basta. L'evento è stato giustamente cancellato, ma mai ci saremmo aspettati solidarietà a questo “evento”, se così possiamo chiamarlo, da chi si professa polo multiculturale presente sul nostro territorio. Ci aspettiamo una rettifica e un post di scuse, senza se e senza ma. Il tenore dei commenti che stanno arrivando sulla pagina pensiamo valgano più di mille comunicati”. Ma le polemiche non riguardano ovviamente solo la Brianza. Parla di “abominio della desolazione”, infatti, il filosofo Diego Fusaro in merito alla discussa mostra “Porno per bambini”. “La catechesi turbomondialista procede senza sosta, investendo anche i più deboli e indifesi: i bambini”, prosegue Fusaro in un post sul proprio sito.
La mostra è stata cancellata
La mostra d’altronde, organizzata alla Santeria Social Club di Milano, ha suscitato accese polemiche sin dal suo nome. Tanto che alla fine è stato deciso di cancellarla. Gli organizzatori hanno ricevuto diverse minacce di morte, nonostante abbiano più volte ribadito che tra le opere esposte non c’era nulla di pornografico. "Porno per bambini", indatti, era solo lo pseudonimo dell'autore. Una provocazione, quindi, nulla di pià, secondo quanto si apprende. A suggerire all'autore sudamericano lo pseudonimo (che ha provocato un vero e proprio tsunami di lamentele) sarebbe stato il fatto che le sue creazioni ricalcano un linguaggio infantile, come se fossero schizzi realizzati da bambini. Una mostra, insomma, di disegni stilizzati, vignette di come l'illustratore si immaginava la sessualità quando lui stesso era bambino.
Il termine era palesemente infelice.