In carcere

Muore soffocato con la testa in un sacchetto

L'ennesima tragedia. Un detenuto straniero si è ucciso alla casa circondariale Sanquirico di Monza

Muore soffocato con la testa in un sacchetto
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Ha messo la testa in un sacchetto di plastica ed è morto a 45 anni, solo nella cella che occupava nel carcere di Monza. Un detenuto straniero è il 55esimo che si suicida dall'inizio dell'anno in carcere.

Suicidio in carcere

Con il 55esimo suicidio dall’inizio dell’anno, continua la moria nelle carceri del Paese.  Erano circa le 18.20 di sabato 13 luglio 2024 quando il detenuto straniero si è soffocato chiudendosi la testa in un sacchetto di plastica nella sua cella, che occupava da solo. "A queste morti vanno per di più aggiunti i sei appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che nel 2024 si sono tolti la vita. Nel tragico elenco italiano, peraltro, non computiamo i due detenuti che si sono lasciati morire rifiutando di alimentarsi”, ha dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

“Ormai non abbiamo più parole per descrivere il disfacimento del sistema penitenziario e ciò che avviene nelle carceri e non sappiamo a chi appellarci. Del resto, lo stesso Presidente Mattarella è rimasto inascoltato. 14.500 detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, carenza di assistenza sanitaria e psichiatrica, strutture fatiscenti e disorganizzazione imperante costituisco un mix esplosivo. Continuando così, questa sarà un’estate funerea e di violenza come non mai. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Governo Meloni e l’intera maggioranza ne prendano coscienza e corrano ai ripari, finché sarà ancora possibile”, conclude De Fazio.

Un'intera sezione evacuata

Sempre a Monza nel primo pomeriggio di domenica 14 luglio 2024 è stato necessario evacuare un’intera sezione detentiva per un incendio che è stato appiccato da un giovane detenuto di nazionalità nord-africana, in custodia
cautelare in carcere per violenza sessuale che ha scavalcato la recinzione del cortile passeggi della prima accoglienza nella casa circondariale di Monza.

Secondo quanto ha reso noto il sindacato Osapp pare non ci fosse un reale motivo, ma parrebbe che il gesto sia stato dimostrativo e compiuto esclusivamente per creare scompiglio all’interno della struttura e della sezione detentiva.

Il personale è prontamente intervenuto per evitare la fuga del soggetto e riportarlo all’interno degli spazi previsti della sezione detentiva, ma nel tentativo di bloccarlo, l'uomo  ha opposto resistenza colpendo ripetutamente il
personale intervenuto e ha addirittura più volte sputato agli operatori di Polizia.

Una volta accompagnato all’interno della camera assegnata,  lo straniero ha poi iniziato a spaccare tutto, danneggiando la camera e le suppellettili al suo interno, inoltre nella foga ha colpito con uno sgabello un poliziotto Penitenziario e ne ha ferito un altro. Il personale addetto è stato costretto all’utilizzo di scudi di protezione passiva per riuscire a portare il detenuto agitato in una cella idonea al contenimento delle esuberanze per far sì che si potesse porre fine alla volontà distruttiva.

Personale ferito in carcere

Nonostante il tempestivo intervento, due unità di personale di Polizia Penitenziaria hanno riportato prognosi guaribili in due e cinque giorni. Il Segretario Generale Osapp Leo Beneducci ha parlato di situazione molto critica.

"Quanto avvenuto alla circondariale di Monza è gravissimo! La Polizia Penitenziaria è ancora in attesa di strumenti che il Governo ha solo annunciato ma non ha messo in campo sui fatti per il contrasto a questo genere di utenza
all’interno delle carceri. Osapp rimane in attesa dell’espulsione dei detenuti stranieri dalle carceri italiane come più volte promesso dal Ministro Nordio e dai Sottosegretari alla Giustizia e la dotazione del Taser promessa fatta in fase elettorale.”

Intanto il personale è stressato e al limite, per la soppressione dei riposi settimanali.

Turni massacranti

«Nonostante il piano ferie in atto si sta dando anche spazio a svariate attività accessorie, quali rappresentanze che vedono impiegate unità sottratte ai più importanti compiti istituzionali gravando ulteriormente sui servizi d’istituto e sul morale del personale costretto a lavorare più del dovuto adoperandosi in più compiti e mansioni contemporaneamente - ha spiegato Domenico Benemia, presidente della Uilpa penitenziaria Lombardia - Tale situazione genera una pressione psicologica molto logorante per il personale che non regge questi ritmi in quanto ci si ritrova a lavorare sempre sotto i livelli minimi di sicurezza».
Da qui la richiesta della sospensione della partecipazione ad attività giudicate dal sindacato «non necessarie».

«Proponiamo altresì la sospensione del campo sportivo, cosa già avvenuta negli anni passati, in quanto espone l’istituto all’aumento dei piantonamenti vista la frequenza con cui i detenuti si fanno male al campo sportivo», ha chiosato Benemia che ha chiesto se la mole di lavoro riversata sul personale che normalmente lavora nel detentivo è composta da traduzioni e piantonamenti.

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