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Niente carcere per il 18enne del cavo, le motivazioni

Il fermo non è stato convalidato, deciso invece il ricorso ai domiciliari

Niente carcere per il 18enne del cavo, le motivazioni
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Non si trova più in carcere il 18enne di Cologno monzese che ha confessato di essere uno dei tre ragazzi coinvolti nella bravata del cavo teso in strada a Milano che poteva finire in tragedia. Il giudice ieri, martedì 9 gennaio 2024, non ha convalidato il fermo e ha invece deciso di metterlo ai domiciliari.

Fermo non convalidato dal Gip

E' stato scarcerato e ha ottenuto gli arresti domiciliari nella sua casa di Cologno Monzese Michele Di Rosa, il 18enne fermato per avere teso un cavo di acciaio ad altezza uomo nella notte tra il 3 e il 4 gennaio 2024 in viale Toscana, a Milano. Era entrato in azione con due complici: un 24enne, arrestato poco dopo il fatto, e un 17enne, che si trova ricoverato nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Niguarda.

Il 18enne si era costituito

La decisione in merito al 18enne è stata presa dal giudice per le indagini preliminari di Monza Andrea Giudici, che non ha convalidato il fermo per blocco stradale, ma ha emesso un'ordinanza di custodia ai domiciliari.

Si tratta di un  apprendista cuoco assunto con regolare contratto in un locale di Milano.

La ricostruzione e il pentimento

Secondo la ricostruzione effettuata dal giovane durante un lungo interrogatorio, lui avrebbe più volte ribadito agli altri due amici di tornare indietro per togliere il cavo. Una circostanza che troverebbe conferma anche nel racconto del primo ragazzo fermato, il 24enne che si trova ancora in carcere e per cui potrebbe essere disposta la perizia psichiatrica.
Ora il fascicolo d’indagine su Di Rosa, che ipotizza il reato di blocco stradale verrà trasmesso agli inquirenti milanesi, competenti per territorio.

"Il giovane è realmente pentito", ha ribadito l'avvocato Giamboi.

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