L’errore, spiegano gli ambientalisti, parte a monte, nell’«inopportuna scelta di cambiare destinazione d’uso all’area».
«No palazzi, il piano deve passare dall’Aula»
Il Coordinamento dei comitati e delle associazioni ambientaliste di Monza guidato da Giorgio Majoli ha presentato le osservazioni al Piano attuativo recentemente adottato dalla Giunta relativo all’ex Buon Pastore, area tra le vie Cavallotti e Berchet – a pochi passi dal centro e caratterizzata dalla presenza di edifici tutelati dalla Soprintendenza – sulla quale il privato intende costruire due edifici a torre di 9 e 12 piani, più un terzo per il quale sono state ridotte drasticamente le volumetrie.
Le osservazioni
Tre osservazioni che partono da una premessa: non è condivisibile, hanno evidenziato, la modifica che l’ha vista passare da area a verde privato (così come era classificata nel piano regolatore del ‘71 consentiva «solo una parziale edificabilità, previo parere della Soprintendenza, e un’altezza massima di 7,50 metri») a residenziale (col Pgt del 2007), passando per un breve intermezzo durante il quale era stata azzonata a servizi (nella variante generale adottata nel 1997). «Ci chiediamo quali siano stati gli interessi pubblici nel trasformare le destinazioni d’uso di quell’area, pur considerando che nel 2005 venne acquistate da un Privato, che ben sapeva allora che avrebbe potuto realizzare ben poco, se non il recupero degli edifici esistenti stanti le previsioni del Prg 1971 vigente fino al 2007 e quello del 1997 in salvaguardia in quell’anno, area peraltro anche vincolata?».
«Progetto da rielaborare»
La prima osservazione parte dal presupposto che il complesso «era stato acquistato nel 2005 per poco più di 7 milioni di euro» e dunque «se anche venissero destinati a residenza solo le parti oggi esistenti, senza ulteriori e nuove edificazioni, il privato avrebbe ampi margini di utile – hanno rilevato i rappresentanti del Coordinamento – Si chiede di non far edificare alcuna nuova costruzione e quindi di far rielaborare completamente il progetto del Piano attuativo con la scelta di solo restauro, nel rispetto di quel luogo storico».
«Deve passare dall’Aula»
Di conseguenza, ed è la seconda osservazione presentata, «le altezze dei nuovi edifici a torre di ben 12, 9 e 6 piani risulta inopportuna», anche perché nella scheda dell’ambito di trasformazione «stabilisce che le altezze delle nuove edificazioni non potranno essere superiori all’altezza della Villa storica (2/3 piani). Considerando inoltre che i poteri discrezionali di una Amministrazione comunale sono molto ampi e che anche qualora il piano attuativo fosse conforme al Pgt è nel suo potere non approvarlo». Di qui la richiesta degli ambientalisti, non solo di non approvare il piano attuativo adottato, revocandone la delibera, ma anche di avviare il procedimento per un Piano integrato di intervento in variante al Pgt, con contestuale verifica di assoggettabilità a una Valutazione ambientale strategica, facendolo così passare in Consiglio Comunale.
L’impatto del traffico
Infine, come terza osservazione, i comitati e le associazioni hanno voluto porre l’attenzione sul capitolo dell’impatto sulla viabilità e commerciali «che risultano sottostimati. Infatti considerare 50 mq/abitante non risulta conforme al Pgt vigente il cui Piano dei Servizi è invece correttamente dimensionato su 33 mq/abitante. Inoltre, prevedere solo pochi posti auto pubblici risulterà nel tempo un grave errore come si può facilmente constatare in diverse parti di Monza densamente popolate». Si tratta già oggi, concludono, «di una zona fortemente carente di parcheggi. Si chiede pertanto di studiare una soluzione adatta a quel luogo e ai nuovi e realistici carichi urbanistici indotti dall’intervento anche con tutte le sue funzioni pubbliche».