Lo sfogo della figlia del 96enne

Non ci sarà giustizia per l'anziano malmenato dal badante ubriaco

La vicenda risale al 2013: il processo non comincerà nemmeno

Non ci sarà giustizia per l'anziano malmenato dal badante ubriaco
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"Non solo mio padre anziano era stato malmenato dal badante, ma ora è anche chiaro che non avrà mai giustizia".

Niente giustizia

Fatica a trattenere le lacrime Anna Maria Valli nel ripercorrere la triste vicenda accaduta a suo padre, nel frattempo deceduto. A far tornare a galla tutto il dolore, un’udienza annullata all’ultimo e lo spettro della prescrizione che incombe sul procedimento a carico del responsabile.

Una vicenda che risale al 2013

Un brutto episodio di violenza che risale alla Vigilia di Natale del 2013 quando l’uomo - un moldavo oggi 50enne, scomparso dalla circolazione - aveva fatto ritorno nell’abitazione di Giovanni Valli, l’anziano di cui avrebbe dovuto prendersi cura, nel cuore della notte. E, ubriaco fradicio, lo aveva malmenato, provocandogli una ferita al gomito.

L'anziano aveva 96 anni

"Mio padre all’epoca aveva già 96 anni - ha ricostruito Valli - Nel momento in cui avevamo deciso di affiancargli una persona in casa, ci eravamo rivolti a un’agenzia che si occupa proprio di erogare tale servizio. Ci sentivamo maggiormente tutelati a passare tramite quelli che credevamo essere dei professionisti, piuttosto che muoverci in autonomia".

L'arrivo del badante

L’agenzia aveva proposto loro un uomo di origini moldave, assicurando circa la sua affidabilità. "E per i primi mesi effettivamente lo era stato - ha spiegato Valli - Aveva cominciato a lavorare come badante per mio padre a settembre. E per un certo periodo non si erano verificati in alcun modo fatti allarmanti".

L'aggressione la Vigilia di Natale

Poi, il 24 dicembre, l’improvvisa violenza. "Ricordo che mio marito Enrico Arosio ed io eravamo stati raggiunti da una telefonata che mai avremmo voluto ricevere". La famiglia si era precipitata a casa dell’anziano. Con loro c’erano i Carabinieri.

"Mio padre era riuscito a raccontare quanto gli era accaduto - ha proseguito Valli - Il badante era rientrato ubriaco e lo aveva malmenato. Poi si era addormentato. A quel punto, nonostante l’età, mio papà aveva avuto la lucidità di uscire di casa, percorrere una rampa di scale e chiedere aiuto a uno dei nostri vicini".

L'arrivo dei Carabinieri

Mentre i Carabinieri provvedevano a portare fuori dall’appartamento il moldavo che al loro arrivo ancora dormiva, la figlia e suo marito avevano accompagnato Giovanni Valli al Pronto Soccorso dell’ospedale di Sesto San Giovanni. "Aveva un brutto taglio al gomito, ricucito con 12 punti di sutura. E la prima cosa che avevamo fatto era stato sporgere denuncia presso i Carabinieri".

La scomparsa dell'anziano

Era la fine del 2013. L’anno successivo, Giovanni Valli era venuto a mancare. Nel frattempo della vicenda si erano fatti carico gli avvocati. "Per anni non abbiamo saputo niente - ha evidenziato sconfortata - Poi, improvvisamente, un mese fa siamo stati convocati dal Tribunale di Monza, con tanto di obbligatorietà a presentarci in quanto testimoni".

Convocati in Tribunale dopo 9 anni

Venerdì scorso sia Valli che il marito Arosio si sono presentati insieme al loro legale al Palazzo di giustizia. "Eravamo sollevati per avere avuto un segnale da parte del Tribunale dopo nove anni di attesa - ha commentato Valli - Allo stesso tempo, però, non nascondo che c’era una certa perplessità visto che di tempo, dai fatti, ne è passato e dunque molte delle persone che all’epoca risultavano nei verbali purtroppo non ci sono più".

L'ombra della prescrizione

Alle 9.30 i coniugi erano davanti all’aula i cui si sarebbe dovuta celebrare l’udienza. "Ma ci hanno poi detto che era stato un malinteso e che saremmo dovuti tornare alle 14.30 del medesimo giorno. Una volta arrivati a casa siamo stati contattati telefonicamente dalla stessa persona che ci aveva informati dello slittamento di orario che ci ha comunicato che era saltato il processo e che dunque non ci saremmo dovuti presentare nemmeno il pomeriggio. Ci ha sommariamente riferito che ciò potrebbe essere legato a una presunta prescrizione del reato, ma, ad oggi, ancora non ci è stata data alcuna comunicazione ufficiale".

L'amarezza della figlia

Rimane l’amarezza nel non aver ottenuto giustizia. "Ci preoccupa il fatto che questa persona potrebbe nuocere a qualcun altro - ha ammesso Anna Maria Valli - Ricordo ancora come se fosse ieri il momento in cui lo avevamo raggiunto insieme ai Carabinieri in casa di mio padre e lo avevamo destato dal suo sonno: ci aveva detto con un totale disinteresse che non sarebbe stata certo la prima denuncia che riceveva".

"Il responsabile la fa franca"

Lo sguardo impaurito del padre anziano rimane indelebile. "Sono passati nove anni, ma ogni volta che ne parlo non posso fare a meno di provare una grande tristezza - ha concluso - Mio padre era una persona che aveva fatto la Seconda guerra mondiale, era attivo, curioso, non smetteva mai di documentarsi. Ricordo che leggeva i quotidiani ogni mattina. Voleva interessarsi a quello che accadeva nel mondo. Purtroppo quel terribile episodio ha compromesso la sua serenità, proprio nel suo ultimo anno di vita. E il responsabile la sta facendo franca. Col rischio che reiteri quanto fatto a mio padre".

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