Odio razziale sui social nei confronti della senatrice Liliana Segre: individuati due degli autori dei post
Sono un 75enne del Cagliaritano e un 40enne del Viterbese.
Si erano scatenati nel commentare la foto rimbalzata sul web della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ritratta nell’atto di sottoporsi a vaccinazione anti-Covid, con sentimenti antisemiti e di profondo odio razziale. Ma sono stati individuati dalla Polizia di Stato e potrebbero finire nei guai.
Liliana Segre insultata dopo il vaccino
La senatrice Segre è stata vaccinata presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano il 18 febbraio 2021. Ma sui social network era subito partita una serie di minacce e insulti tanto violenti da indurre la Procura della Repubblica di Milano ad aprire un fascicolo per minacce aggravate dalla discriminazione e dall’odio razziale.
Tra i messaggi d’odio più raccapriccianti sicuramente uno in cui testualmente si afferma “Aveva paura di morire? Non sono riusciti neanche i tedeschi ad ammazzarla… e ora ha paura di morire??”, oppure quello di un altro utente che scrive “Ma se tirasse le cianche… quanto si risparmierebbe”.
Le indagini
All’esito delle indagini, gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle comunicazioni di Milano e della Digos della Questura milanese hanno individuato due persone ritenute gli autori dei commenti antisemiti più aggressivi: il primo, G.G.T., di 75 anni residente nel Cagliaritano, e il secondo, G.T., di 40 anni residente nel Viterbese.
Le attività hanno consentito l’emissione da parte del Coordinatore della sezione distrettuale antiterrorismo di Milano Alberto Nobili dei decreti di perquisizione locale e personale, e contestuali decreti di ispezione sui sistemi informatici e di telecomunicazione a carico degli indagati, eseguiti questa mattina, mercoledì 3 marzo 2021, con l’ausilio degli agenti della Polizia Postale di Roma e Cagliari e delle Digos di Viterbo e Cagliari.
Le perquisizioni hanno permesso di riscontrare le ipotesi investigative e sono stati acquisiti ulteriori elementi probatori sui dispositivi informatici che ora sono al vaglio degli specialisti della Polizia Postale.