Oltre 30 chef in giacca bianca per l'ultimo saluto a Nesi FOTO

Stamattina, sabato, è stato celebrato il funerale, a Concorezzo, del 58enne chef che ha lavorato anche all'agriturismo "La Camilla"

Oltre 30 chef in giacca bianca per l'ultimo saluto a Nesi FOTO
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Concorezzo si ferma per l'ultimo saluto allo chef Moreno Nesi. E' terminata una manciata di minuti fa la cerimonia esequiale celebrata stamattina, sabato, nella chiesa dei santi Cosma e Damiano che ha faticato a contenere centinaia e centinaia di parenti, amici e colleghi del 58enne chef.

Sull'altare, a concelebrare, il parroco  don Angelo Puricelli insieme a don Luca Civardi e all'ex parroco don Pino Marelli.

In prima fila, accanto al feretro, vicino alla moglie Antonella e al figlio Matteo, c'erano anche oltre una trentina di chef colleghi di Nesi che hanno partecipato alle cerimonia con la giacca bianca e il cappello da Chef.

Chi era Moreno Nesi?

Re Mida dei fornelli, in prima linea nell'Associazione Cuochi di Milano e consigliere dell'Unione Cuochi di Regione Lombardia, gestore prima di Moraleventi, con la preparazione di piatti da destinare al catering, poi del ristorante Ozio e Vizio di via Piave a Senago. Ma anche grande chef dell’agriturismo «La Camilla», padre di famiglia ed estimatore dell'icona culinaria Gualtiero Marchesi.
Metterebbe alla prova qualunque giornalista riuscire a fare una sintesi di tutti successi incasellati dallo chef Moreno Nesi, che viveva in città. Il 58enne si è spento mercoledì scorso a causa di un malore improvviso che se l’è portato via per sempre.

Il ricordo sui Social

Appena si è appresa la triste notizia, fiumi di parole hanno riempito la bacheca Facebook del cuoco. Sia Concorezzo che Senago piangono una figura che ha passato una vita in cucina a creare, inventare, lanciare nuove ricette, strappando sorrisi e complimenti a clienti e colleghi. Ma il suo primo tifoso è stato indubbiamente suo figlio Federico, che, dopo la sua scomparsa, ha scelto lo stesso Social network per esprimere tutto l' amore che nutriva per il padre.

E quello del figlio Federico

"Ciao papà… ti voglio ricordare così, in mezzo alle pentole nel tuo mondo, quel mondo che tanto amavi e che fino all’ultimo ti ha accompagnato. Vestito con il cappello, la giacca e con il tuo nome stampato a sinistra sul cuore, fiero di portare gli stemmi dell’associazione che tanto rappresentavi». «Ora - ha continuato sempre il figlio - puoi cucinare con Gualtiero Marchesi, un tuo mito, chissà che piatti che create insieme, chissà che risotti! Ti voglio salutare così, perché sono sicuro che il miglior modo per rappresentare la tua persona sia la foto che ho pubblicato e porterò come ricordo indelebile per la mia strada. Ti voglio bene! Buon viaggio papà".

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