Una decisione avvolta nel mistero

Omicidio di san Rocco: colpo di scena in Tribunale

La famiglia di Cristian Sebastiano si ritira dal processo

Omicidio di san Rocco: colpo di scena in Tribunale
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Il colpo di scena arriva prima che l’udienza a palazzo di giustizia entri nel vivo, mercoledì mattina. “Revochiamo la costituzione di parte civile”, è stato l’annuncio dell’avvocato Elena Franzoni.

Omicidio di San Rocco

Si ritirano dal processo i familiari di Cristian Sebastiano. L’ambito è il procedimento in Corte d’Assise nel quale il 43enne di San Rocco Giovanni Gambino è imputato di concorso materiale (e non più morale) nell’omicidio del 42enne Sebastiano, ammazzato la mattina del 29 novembre 2020 con una trentina di coltellate sferrate da due minorenni del quartiere (14 e 15 anni all’epoca del fatto). Sui motivi della scelta, però, non c’è stato alcun commento, né da parte dei parenti della vittima, né dall’avvocato. Resta un giallo, insomma, la scelta di abbandonare un processo che sta arrivando alle battute finali.

Colpo di scena in Tribunale

La pm Sara Mantovani, nel corso della scorsa udienza, ha trasformato da “morale“ a “materiale“ l’ipotesi di concorso nell’accusa di omicidio contestata all’imputato, che rischia la pena dell’ergastolo. Un aggravamento della contestazione (l’accusa è convinta che Gambino abbia materialmente effettuato da una cabina del telefono la telefonata per fissare l’appuntamento tra i due assassini e la vittima.

Tutti sorpresi dalle parole del legale

Con grande sorpresa di tutti, a partire dai magistrati della Corte d’Assise presieduta dal giudice Maria Letizia Brambilla, l’avvocata Elena Franzoni, che rappresentava come parte civile nel procedimento penale i genitori e i fratelli di Cristian Sebastiano, ha consegnato ai giudici la revoca della costituzione dei familiari, attraverso la quale i familiari della vittima in caso di condanna, avrebbero potuto ottenere il riconoscimento di un risarcimento dei danni.

I motivi avvolti nel mistero

Ma, come detto, il motivo di questa decisione è rimasto avvolto nel mistero. La stessa presidente della Corte ha chiesto spiegazioni prima all’avvocata la quale, una volta concluso il suo incarico, ha lasciato l’aula del processo senza riferire nulla, e poi anche alla mamma di Cristian, sempre presente in tutte le fasi del dibattimento.

La decisione deve essere stata maturata dalle parti civili e dal loro rappresentante legale dopo la scorsa udienza, in cui l’imputato è stato interrogato, negando le accuse relative a qualsiasi tipo di coinvolgimento nell’omicidio di Sebastiano.

Negate possibili minacce

Sono state negate possibili minacce, sembra si sia trattata di una non meglio specificata “scelta processuale”. L’udienza è proseguita con l’audizione della madre di uno dei due ragazzini condannati in appello come esecutori materiali dell’omicidio di Cristian Sebastiano, maturato per questioni legate al consumo e allo spaccio di droga nell’ambiente delle “montagnette” di San Rocco. Per i due minori, si attende la fissazione dell’udienza in Corte di Cassazione, prevista presumibilmente per dicembre, prima che scadano i termini di custodia cautelare.

Il ricorso

I legali del ragazzo  e del coimputato (probabile prossimo testimone nel processo Gambino) hanno presentato ricorso contro la sentenza che ha confermato le condanne a 15 anni rimediate in primo grado. Secondo i legali dei due minorenni, i giudici non hanno tenuto conto delle conclusioni di una perito psichiatra nominato dal tribunale che ritiene la capacità di intendere dei due giovani ampiamente compromessa, al momento del fatto, dall’abuso di sostanze stupefacenti cominciato in tenera età. Sebastiano era stato ucciso e rapinato di qualche grammo di cocaina. I due giovani hanno sempre detto che volevano solo rapinarlo.

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