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Omicidio di San Rocco, la confessione non convince

I ragazzini hanno parlato di una rapina finita male, mentre per gli inquirenti ci sarebbe premeditazione

Omicidio di San Rocco, la confessione non convince
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Sull'omicidio di San Rocco a Monza ci sono ancora molti punti oscuri. E sul movente che avrebbe spinto il 14enne e il 15enne del quartiere a uccidere Cristian Sebastiano si sta ancora indagando. Ma di certo c'è che  ieri, dopo l'interrogatorio di garanzia al Tribunale dei Minori di Milano, il fermo per i due minorenni del quartiere è stato convalidato. E dalle loro testimonianze sono emersi altri particolari sull'efferato omicidio.

Una rapina finita male?

Secondo i due ragazzini, un 14enne figlio di immigrati delle Mauritius e un 15enne italiano, tutto sarebbe nato da una rapina finita male. Durante l'interrogatorio i due ragazzini avrebbero negato la premeditazione ipotizzata invece dagli inquirenti. E in particolare il 14enne avrebbe invece raccontato di aver avuto intenzione di andare a prendere la droga in via Fiume senza pagare minacciando il 42enne con un coltello da cucina. Ma quando questi avrebbe urlato il suo nome,  si sarebbe spaventato e avrebbe iniziato a colpirlo. A quel punto Cristian avrebbe cercato di scappare ma sarebbe stato ripreso e riportato sotto il portico di via Fiume e lì finito. E questo sarebbe compatibile anche con la scena del delitto. Cristian è morto infatti dopo essere stato colpito con il coltello più di venti volte.

Risentimento per la droga

Ma sul movente che avrebbe portato a tanto odio si continua a indagare. Anche perché inizialmente il 14enne avrebbe raccontato agli inquirenti di provare risentimento verso Cristian perché lo avrebbe portato nella spirale della droga. Dipendente dalle droghe leggere fin da quando era più piccolo (come del resto anche la sua vittima), il ragazzino sarebbe stato in cura al Sert per cercare di lasciarsi quel problema alle spalle. Ma gli inquirenti hanno disposto il tossicologico sui due ragazzini. Sul 15enne, che invece non pare fosse in cura al Sert, resta da capire quale sia stato il suo ruolo nell'omicidio.

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