Ordigno bellico nel Parco di Monza: intervengono gli artificieri per farlo brillare
Era un modello perfettamente funzionante e pertanto potenzialmente pericoloso.
Ordigno bellico nel Parco di Monza: intervengono gli artificieri dell’Arma che lo fanno brillare. Era un modello perfettamente funzionante e pertanto potenzialmente pericoloso.
Ordigno bellico nel Parco di Monza
Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Villasanta sono intervenuti nel Parco di Monza per la presenza di un ordigno bellico inesploso. Un albero divelto nel Parco ha portato alla luce qualcosa di inaspettato. Si tratta di una granata “N36M” della II Guerra Mondiale, senza “spoletta” e per questo ancora pericolosa.
Si tratta di un modello utilizzato sia nel Primo ma soprattutto, nella sua versione evoluta, nel Secondo conflitto mondiale, che si caratterizzava per un’elevata maneggevolezza di trasporto e d’impiego.
Il ritrovamento
Quello trovato ieri era un modello perfettamente funzionante e pertanto potenzialmente pericoloso. I Carabinieri della Stazione di Villasanta, a seguito di una segnalazione di un privato cittadino, hanno immediatamente delimitato l’area di interesse, in modo da tutelare passanti e curiosi nell’attesa dell’arrivo degli artificieri dell’Arma.
Grazie al prontissimo intervento dei militari artificieri – antisabotaggio del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano, è stato possibile far brillare, nell’immediatezza, il residuato bellico e restituire così l’area del Parco, in piena sicurezza, a tutti i cittadini di Monza e provincia.
Chi sono gli artificieri dell'Arma
Si tratta di carabinieri ad elevata competenza tecnica chiamati ad intervenire sul fronte dei reati commessi con materie esplodenti e, in particolare, nelle rischiose operazioni di disattivazione e neutralizzazione degli ordigni in qualunque situazione operativa. Il loro supporto quindi si esplica sia da un punto di vista operativo, connesso con la bonifica di luoghi o mezzi di trasporto nei quali vengono occultati o potrebbero essere occultati ordigni temendo un pericolo di esplosione, sia da un punto di vista investigativo, affiancando gli investigatori dell’Arma nell’individuazione delle cause e nella ricerca di tracce utili alle indagini.