Seregno

Noto chirurgo ortopedico prosciolto dalla Corte dei Conti

Nessun risarcimento per danno erariale all’Asst a seguito dell’attività professionale svolta da Norberto Confalonieri all’esterno dell’ospedale Pini, di cui era dipendente. La Procura chiedeva 110mila euro.

Noto chirurgo ortopedico prosciolto dalla Corte dei Conti
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Nessun risarcimento per danno erariale all’Asst Nord Milano a seguito dell’attività professionale svolta dal chirurgo ortopedico seregnese Norberto Confalonieri all’esterno dell’ospedale Pini, di cui era dipendente. Lo ha deciso di recente la Corte dei Conti per la Lombardia.

Ortopedico prosciolto dalla Corte dei Conti

Infondati gli addebiti al dottor Norberto Confalonieri. Lo ha stabilito la Corte dei Conti per la Lombardia, che ha rigettato la domanda di addebito di oltre 110mila euro avanzata dalla Procura contabile nei confronti del noto professionista seregnese, che era direttore della struttura complessa di Ortopedia e traumatologia presso il presidio ospedaliero di Milano. La vicenda era scaturita dalle denunce della Guardia di finanza, dell’Asst Milano Nord e dallo stesso ospedale Pini: sotto accusa le consulenze e le docenze del professore nel periodo compreso fra il 2006 e il 2013, in assenza di una specifica autorizzazione e in favore di cinque società sanitarie.

Le accuse per il noto professionista

Dal 2005 il medico prestava servizio in ospedale senza vincolo di esclusiva. Secondo la Procura il professionista avrebbe potuto esercitare la libera professione soltanto come "attività medica in senso stretto" in assenza di una specifica autorizzazione del datore di lavoro per valutare eventuali conflitti d'interesse. A sostegno dell’accusa anche il procedimento penale (tuttora pendente) nel quale è coinvolto il professionista seregnese, accusato di corruzione e condannato in primo grado dal Tribunale di Milano a sei anni e sei mesi per aver favorito una società fornitrice di protesi.

Le motivazioni della sentenza

Di diverso avviso la Corte dei Conti, secondo la quale le norme che impongono la comunicazione e l'autorizzazione di un’attività libero-professionale - purché non incompatibile con il pubblico impiego - prevedono una deroga per specifiche categorie di dipendenti pubblici, fra cui i medici che godono di disposizioni speciali. A seguito della sentenza che ha prosciolto il noto medico seregnese, l’Asst è stata condannata al pagamento di 1.500 euro  come compartecipazione alle spese legali.

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