Palpeggiò una ventenne: condannato un medico
Il professionista, all'epoca dei fatti, prestava servizio a Monza
Condannato un ex medico della clinica Zucchi di Monza, con l’accusa di aver palpeggiato una ventenne, nel 2019, che aveva accompagnato il suo fidanzato al pronto soccorso.
Palpeggiò una ventenne
Episodio che è costata al medico chirurgo, un 40enne di origini albanesi, G.R., la pena a 20 mesi di reclusione per violenza sessuale, inflitta in primo grado la scorsa settimana dal tribunale collegiale di Monza. La sentenza prevede a favore dell’imputato, incensurato, i benefici della sospensione condizionale della pena, e la non menzione della condanna sul certificato penale.
La pena è andata oltre la richiesta della pubblica accusa. ll fatto contestato è avvenuto nella struttura sanitaria del centro di Monza, dove il dottore, all’epoca, prestava servizio.
Il pm aveva chiesto 20 mesi
Secondo la ricostruzione del pm monzese Flaminio Forieri, che aveva chiesto la condanna a 14 mesi di reclusione, la ragazza aveva accompagnato al pronto soccorso il fidanzato che accusava un malore, e al quale era stata messa una flebo. Nell'attesa che i sanitari completassero le cure, la ragazza aveva chiesto al medico dove potesse andare a fumare (visto che trattandosi di una struttura medica era vietato), e lui l'aveva accompagnata in una stanza vicino a un’uscita secondaria, dove chiacchierando le aveva sfiorato il piercing all'ombelico.
I fatti
Tornando indietro verso il pronto soccorso, secondo quanto denunciato dalla ventenne brianzola, il dottore, sulle scale, l'aveva palpeggiata toccandole il sedere. La giovane aveva raccontato immediatamente l'episodio al fidanzato. Prima di lasciare il pronto soccorso, i due erano andati dal dottore personalmente. Qui lo avrebbero insultato, chiedendogli di scusarsi, e registrando la conversazione in cui lui negava l’accusa. La ragazza non si era limitata a registrare, ma aveva anche presentato denuncia. Al processo non si è costituita parte civile, per avere un risarcimento dei danni ma ha confermato le accuse in aula.
L'imputato si era sempre detto innocente
L'imputato, dal canto suo, ha negato con decisione le accuse, sostenendo che, all'interno della clinica, c’era un rigido divieto di fumo, e che la ragazza, visto che lo stava violando, era stata semplicemente invitata ad uscire.
La sentenza è stata pronunciata settimana scorsa.