Paolo Piffer scioglie le riserve e si candida a sindaco per la terza volta
Lontano dai due grandi schieramenti, non ha però escluso il dialogo con altre forze politiche
Lontano dai grandi schieramenti (non ha risparmiato stoccate né al centrodestra, né al centrosinistra), ma aperto "a quelle realtà che condividono i nostri valori".
Paolo Piffer si candida sindaco
Perché ormai, alla sua terza candidatura e a quasi 42 anni, Paolo Piffer (della lista civica Civicamente) ha capito che "da soli è arduo. Certo, ci sono degli argini che non intendiamo superare, ma siamo ormai abbastanza maturi per sapere che correre da soli non è semplice". Tanto da non escludere nemmeno apparentamenti in un eventuale ballottaggio.
La sua terza volta in lizza
Ieri, lunedì, ha formalizzato la propria candidatura alle Amministrative di Monza del prossimo anno, tracciando quelle che saranno le linee programmatiche della sua campagna elettorale: un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, ("che sia la Giunta di Roberto Scanagatti che ora quella di Dario Allevi ci hanno bocciato"), l’approvazione del Pums ("anche questo ci è stato bloccato da entrambe le Giunte"), nonché un cambio di rotta nella gestione delle imposte in quelle voci su cui il Comune ha competenza diretta ("che vengono regolarmente aumentate").
Per la sua terza volta da candidato sindaco, Piffer - che può già contare sul sostegno di Più Europa - ha voluto aprire anche ad altre realtà. Come ad esempio il Movimento 5 Stelle (che in Aula è rimasto con un solo rappresentante dopo la fuoriuscita di Danilo Sindoni passato al Gruppo misto in estate).
L'apertura ai 5 Stelle
"Per i nomi da mettere in lista siamo autosufficienti e tra questi vorrei che ci fosse anche il quello di Nicolò Cafagna (il giornalista con disabilità recentemente scomparso, ndr) - ha spiegato - Ma non escludiamo eventuali dialoghi con realtà del territorio. In Aula noi e il Movimento 5 Stelle nel 99 per cento delle volte abbiamo votato allo stesso modo. Qualora volessero far parte del nostro progetto, saremmo disponibili a parlarne".
Un bacino di voti, il suo, che - aggirandosi intorno al 4.80 per cento - farebbe gola anche e soprattutto ai due principali schieramenti (anche perché alla scorsa tornata elettorale Allevi aveva vinto al secondo turno per mille voti: quelli portati dalla lista di Pierfranco Maffé, nominato poi assessore).