Pasta di coca nei ceri dal Perù: i tre imputati patteggiano
Nel maggio dello scorso anno il blitz della Polizia di Stato in un anonimo appartamento di Cascina Gaeta adibito a raffineria di droga
Patteggiamenti fino a 5 anni di reclusione per i tre imputati arrestati a maggio dello scorso anno per un’importazione di pasta di coca dal Sudamerica a Cesano Maderno, in un anonimo appartamento di Cascina Gaeta adibito a raffineria di droga.
Pasta di coca nei ceri dal Perù
La sentenza è stata pronunciata dal gup Francesca Bianchetti nei confronti di due cesanesi di 42 e 52 anni di un cittadino peruviano di 39 arrivato apposta dall’America Latina per lavorare la sostanza grezza fino al prodotto finale: la cocaina. Gli agenti della Squadra Mobile di Monza avevano sequestrato poco meno di nove chili di pasta di coca nascosta all’interno di otto ceri votivi spediti da Lima. Una sostanza giallastra ottenuta dalla lavorazione delle foglie di coca, che una volta trattata chimicamente sarebbe stata trasformata in cocaina destinata a crescere di volume e ad alimentare il mercato lombardo degli stupefacenti.
Il blitz a maggio 2023
In manette era finito anche lo spedizioniere che dal Perù aveva fatto partire il carico di 14 ceri (otto dei quali, appunto, imbottiti di pasta di coca) fermato dalle autorità locali. Il blitz era scattato a maggio 2023, quando il furgone delle consegne si era fermato davanti all’appartamento di Cascina Gaeta. Alla porta si era presentato un poliziotto sotto copertura e in pochi istanti una ventina di agenti era dentro l’alloggio collegato con una scala a quello del piano superiore, dove erano stati trovati i due italiani. Oltre a una pistola Glock (arma clandestina) i poliziotti della Mobile avevano trovato taniche e solventi.