Verano Brianza

Pensionato muore stroncato da un malore: «I defibrillatori dei soccorritori erano scarichi»

Domenico Savino si è sentito male in casa sabato 26 febbraio: arrivato al San Gerardo non c’è stato più nulla da fare

Pensionato muore stroncato da un malore: «I defibrillatori dei soccorritori erano scarichi»
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Denuncia una «gravissima negligenza», Maria Russo, che ha perso il marito, Domenico Savino, 70 anni, sabato 26 febbraio.

Pensionato muore stroncato da un malore: «I defibrillatori dei soccorritori erano scarichi»

La donna avrebbe aspettato i soccorsi per circa mezz’ora e quando sono arrivati, sembrerebbe che i due defibrillatori, uno a bordo dell’automedica e l’altro in dotazione all’ambulanza non funzionassero.

«Erano le 19 quando ho chiamato il 118; l’ambulanza, che proveniva da Desio, così mi è stato detto dai soccorritori, è arrivata alle 19,25 - racconta - Ho dovuto fare io le prime manovre per cercare di rianimarlo, sotto stretta indicazione dell’operatore che mi spiegava come fare, al telefono. Un’operazione che non avevo mai eseguito prima. Ho fatto quello che potevo con il massaggio cardiaco, nell’attesa dell’ambulanza e dell’automedica che sono arrivate insieme ai Carabinieri di Seregno. I militari hanno seguito tutto l’intervento. Purtroppo però sia il defibrillatore sull’ambulanza sia quello sull’auto medica non funzionavano. Erano scarichi. Una situazione assurda; mi chiedo come sia possibile una cosa del genere, oggi come oggi. Siamo in Lombardia, la Regione che primeggia per la sanità, ma quello che ho visto è da terzo mondo. Forse mio marito, se l’ambulanza fosse arrivata prima e gli strumenti salvavita a bordo avessero funzionato, si sarebbe potuto salvare».

Tanto dolore e tanta rabbia

C’è molto dolore, ma anche tanta rabbia nelle parole della vedova, che si è già rivolta ad un avvocato poiché intende denunciare tutta la vicenda.

«Non deve mai più succedere una cosa simile, mai più - sottolinea Russo - Mio marito stava benissimo, aveva appena finito di cucinare per la nostra nipotina, quando si è sentito male. Ho subito chiamato il 118 e poi mio figlio. Abitiamo in via Comasina, a due passi dalla Valassina, ma l’ambulanza che arrivava da Desio ci ha impiegato quasi mezz’ora. Poteva salvarsi e invece è morto poco dopo all’ospedale San Gerardo di Monza. I medici hanno cercato di fare di tutto per rianimarlo, ma ormai era troppo tardi, non c’è stato nulla da fare e ora mio marito non c’è più. Non ci diamo pace. Ha lasciato tre figli e una nipotina. Aveva 70 anni. E se al posto di mio marito, ci fosse stato un giovane di 20 anni? Com’è possibile che entrambi i defibrillatori non funzionassero? C’è stata una gravissima negligenza. Ho deciso di denunciare perché certe cose non debbano mia più avvenire».

La famiglia Savino non si rassegna per quanto sarebbe avvenuto e chiede giustizia; ha già dato mandato ad un avvocato che prenderà in carico la loro vicenda.

«Stiamo aspettando di avere la cartella clinica di mio marito dall’ospedale, per capire meglio tutti i passaggi e le modalità dell’intervento di soccorso, dopo di che formalizzeremo la denuncia dai Carabinieri. Se ci sono state delle responsabilità è giusto che vengano fatte emergere».

Agenzia regionale emergenza urgenza: «Verifiche in corso, faremo i controlli»

Abbiamo girato la segnalazione arrivata dalla famiglia del veranese, all’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza che gestisce tutti gli interventi che avvengono nella Regione quotidianamente, provincia per provincia.
L’ente ha preso in carico la segnalazione e sta provvedendo ad effettuare tutte le indagini e verifiche per stabilire quale mezzo di soccorso è stato inviato all’abitazione di Domenico Savino, sabato 26 febbraio, in via Comasina a Verano Brianza ed accertare eventuali responsabilità. Alla data di lunedì non era arrivata alcuna indicazione, ma l’Areu conferma gli accertamenti.

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