"Per i lavoratori della sanità la salute non è ancora tutelata"
Cgil, Cisl e Uil lo scrivono nero su bianco al Prefetto e al direttore generale dell'Ats.
"Per i lavoratori della sanità la salute non è ancora tutelata". Cgil, Cisl e Uil lo scrivono nero su bianco al Prefetto e al direttore generale dell'Ats.
"Per i lavoratori della sanità la salute non è ancora tutelata"
Cgil, Cisl e Uil a due mesi dall’esplosione dell’emergenza sanitaria nel nostro Paese, hanno messo nero su bianco le loro preoccupazioni per chi lavora negli ospedali e nelle Rsa in una lettera al Prefetto MB Patrizia Palmisani, al direttore generale dell'Ats Brianza Silvano Casazza e più in generale a tutti i direttori delle aziende ospedaliere e ai responsabili delle Case di riposo sul territorio. Perché il lavoro in sicurezza non è ancora garantito a tutti.
I rappresentanti sul territorio dei sindacati confederali della Funzione pubblica - Tania Goldonetto per la Cgil - Nicola Turdo per la Cisl e Alfio Bennardo per la Uil - rimarcano che "mancano ancora gli interventi richiesti nel nostro territorio volti a tutelare la salute e l’attività lavorativa dei dipendenti. A questo si aggiunge l’apertura dei reparti Covid-19 anche in strutture non adeguate ad ospitare questa tipologia di pazienti, utilizzando spesso personale senza alcun tipo di formazione specifica".
"Nelle Rsa la situazione è drammatica"
I tre sindacalisti tornano quindi sul momento che stanno vivendo i lavoratori nelle Rsa e nelle strutture socio-assistenziali, "dove la situazione è drammatica e dove dovranno essere oggetto di attenzione i riflessi sull’occupazione e la gestione degli accreditamenti.
"A questo proposito vogliamo ricordare che in più occasioni Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato formale istanza per sottoporre a controllo tramite tampone per la verifica della positività al Covid-19 tutto il personale delle strutture, e nell’ambito del socio sanitario anche gli utenti ed ospiti.
"Il dato più eloquente rimane rappresentato dal numero di operatori positivi che presso le Asst ha raggiunto picchi devastanti e le notizie che pervengono dalle Rsa sono altrettanto preoccupanti".
Le tre le rivendicazioni
Richiamando le note già indirizzate al Prefetto e alle massime autorità sanitarie del territorio all'inizio della pandemia i sindacalisti rivendicano quindi tre importanti obiettivi:
1. Costituire luoghi adeguati di lavoro per il personale con dotazione idonea di relativi dispositivi di protezione individuale;
2. Procedere alla definizione di un programma per tamponare tutti gli operatori come da nostra nota del 20 marzo scorso;
3. Predisporre un percorso economico volto a valorizzare il personale, da adeguare in base ai relativi contratti di lavoro, che nel corso dell’emergenza da Covid–19 ha dato il proprio supporto sia in termini quantitativi che qualitativi.
"Qualora non ci saranno risposte chiare, concrete e immediate - concludono la loro lettera aperta i sindacalisti - ci riserviamo di mettere in campo tutto quanto rientra nelle nostre prerogative, comprese azioni di lotta o se necessario giudiziarie e attivare ogni forma di lotta e protesta al fine di tutelare la dignità, la sicurezza e non ultimo il giusto riconoscimento economico dovuto all’impegno e ai sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori".
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