"Philips", le storie di chi l'ha resa grande
La famosa azienda elettronica è ancora nel cuore di tanti lavoratori

"Philips" di via Casati, i volti e i racconti di chi ha contribuito a farne una delle aziende più care al nostro territorio.
Tanti ricordi e grande orgoglio
Ma sono davvero tante le testimonianze degli ex lavoratori monzesi che negli anni hanno concorso a fare grande il nome della «Philips» e che oggi ricordano con nostalgia il tempo trascorso nei capannoni di via Casati.
Fra questi l’88enne Giuliano Cariani, entrato in azienda negli anni ‘60 fino alla pensione. Una carriera trentennale la sua, come addetto all’Ufficio acquisti e della quale va ancora orgogliosissimo.
"Quei capannoni avevano un’energia speciale e tutto era in continuo fermento - ha ricordato - Quanto mi divertiva girare per i reparti e osservare le diverse fasi della produzione. Ricordo la prima volta che ho visto alcune operaie intente a fare la maglia: mi è stato spiegato che avevano finito il loro turno e che nessuno le avrebbe dunque redarguite. Questo spiega come la gestione dei lavoratori fosse gestita con la chiarezza e il dialogo, una scelta non comune per quei tempi".

"Philips" come una famiglia
Icona storica dell'azienda la 74enne Mariangela Giacomin, assunta come segretaria a soli 18 anni.
"Ho passato in quei luoghi 40 anni della mia vita - ha spiegato - L’azienda era solida, organizzatissima, si prestava attenzione alla qualità dei prodotti così come alle esigenze dei dipendenti. Venivano organizzate per esempio le colonie estive per i più piccoli, così noi mamme potevamo mandare lì i nostri figli".
Impossibile per la segretaria dimenticare le tante occasioni di festa con gli ex colleghi, oggi tutti buoni amici. "Era come una grande famiglia, dove era impossibile sentirsi soli" ha concluso.
La cosa più bella? Lo spaccio aziendale
Con loro, nel ruolo di operaia, la 79enne Marisa Bertoletti, «donna di scorta» nella catena di montaggio che forgiava i selettori, le vecchie manopole per cambiare i canali del televisore utilizzate prima dell’avvento del telecomando.
"Erano gli anni ‘70 e io venivo dalla "Magneti Marelli" - ha spiegato - Correvo da una postazione all’altra per sostituire i lavoratori della catena che dovevano andare al bagno. Sono stati anni davvero meravigliosi. La cosa più bella? Lo spaccio per i dipendenti. Vi si poteva acquistare di tutto a prezzi scontati, dagli elettrodomestici alla biancheria. Una bella opportunità per noi operai".

Marisa Bertoletti

Cristiano Grazioli
Tutto bene, poi è arrivata la concorrenza
Tanti ricordi anche per Cristiano Grazioli, 74 anni, tecnico di laboratorio alla "Philips" dal ‘67 per 35 anni.
"E’ un pezzo della nostra storia che se ne va - ha sottolineato - Nei primi anni tutto andava benissimo, eravamo quasi seimila dipendenti e facevamo più di un milione di televisori all’anno. Poi la concorrenza e la progressiva automazione hanno scombinato tutto. Si stava comunque benissimo: a Natale non mancava mai il regalo e la mezza giornata di riposo".

Bellissimo ricordo per me che da Milano allora diciottenne nel !958 raggiungevo la Philips in via Casati con il tram che da Milanno raggiungeva Monza fermandosi proprio di fianco alla fabbrica valvole.Ho poi proseguito la mia storia Philips nella "fabbrica nuova" di via Philips per finirla a Milano piazza 4 Novembre nella storica SEDE nel 2001 dopo 42 anni di servizio. Un caro saluto a tuti gli ex che conosco e ricordo ancora. Coscenza Roberto