«Si sono avvicinati chiedendoci una sigaretta, noi abbiamo detto di non averla e da lì è iniziato tutto». Prima gli spintoni, poi pugni e calci riservati alla vittima «prescelta», un ragazzo di 18 anni comasco, ex studente delle scuole di Mariano Comense.
Il grave episodio, di cui si è saputo nei giorni scorsi, è avvenuto nella serata di sabato 29 novembre vicino alla biblioteca civica Pozzoli a Seregno, a ridosso del centro cittadino, intorno alle 22.
Preso a botte dal branco per una sigaretta Giovane 18enne con un mese di prognosi
Andrea – nome di fantasia per tutelarne l’anonimato – era uscito insieme ad altri cinque amici. «Stavamo passeggiando tranquillamente, quando abbiamo incontrato un gruppo di circa quaranta ragazzi – ha raccontato, ancora visibilmente scosso – Dopo aver ricevuto il no sulla sigaretta, loro hanno iniziato a darci fastidio e a spingerci. Poi, senza alcun motivo, se la sono presa con me. Mi sono trovato per terra, lì sono stato colpito con calci e pugni».
Secondo la ricostruzione fornita dal 18enne, il brutale pestaggio è proseguito con altri giovani e giovanissimi, italiani e stranieri.
«Io e i miei amici non li avevamo mai visti prima, nessuno li conosceva. In quegli istanti, mentre ero a terra, non ho pensato a nulla. Non mi sono chiesto perché se la siano presa con me. Avevo già intuito che sarebbe finita così e che lo avrebbero fatto senza un motivo».
Per gli amici di Andrea è stato impossibile intervenire in suo soccorso, ma immediata è stata la chiamata alle Forze dell’ordine. I militari sono arrivati sul posto insieme a un’ambulanza e il personale del 118 ha soccorso il ferito. Degli aggressori, che dopo il pestaggio si sono dileguati, non è rimasta alcuna traccia.
La vittima è stata trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale Pio XI di Desio, dove ha passato la nottata. A causa dell’aggressione ha rimediato un dito rotto e un trauma cranico: i medici gli hanno certificato 30 giorni di prognosi.
«Se ho avuto paura che potesse andare peggio? No, ma solamente perché non ho avuto tempo di pensare. Ora credo solo di essere stato molto sfortunato: ero nel posto sbagliato e sarebbe potuto capitare a chiunque altro. Quello che mi è successo non è giusto».
Indagini in corso
Il comasco ha presentato denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri, che indagano per provare a ricostruire quanto è accaduto, anche dalla verifica delle immagini di videosorveglianza nella zona. Tra le ipotesi c’è che l’azione sia stata portata a termine da una baby gang.
«Non so ancora se tornerò a frequentare quelle zone di Seregno. Sono spaventato e anche la mia famiglia è stata molto in pensiero per me», ha concluso la vittima.