Il reato derubricato fa scattare la prescrizione e, di fatto, la cancellazione delle pesanti condanne comminate in primo grado.
Bames: reato derubricato, sentenza d’appello beffa
Una sentenza beffa per centinaia di ex lavoratori dell’ex Bames e Sem di Velasca di Vimercate, inattesa nei contenuti e anche nella tempistica, è arrivata oggi, mercoledì 19 novembre, dalla Corte d’Appello di Milano.
Cancellate le condanne di primo grado ai sei imputati
Il Collegio giudicante, come detto, ha derubricato il reato da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice, annullando le condanne comminate in primo grado, nell’aprile dello scorso anno, a carico di 6 imputati. Si tratta di: Vittorio Romano Bartolini, patron dell’azienda, condannato in primo grado a 8 anni; Giuseppe Bartolini (6 anni in primo grado), Luca Bertazzini (4 anni e 6 mesi), Riccardo Toscano (4 anni e 6 mesi), Angelo Sandro Interdonato (4 anni), Salvatore Giugni (3 anni e 8 mesi).

Rabbia e delusione
Rabbia e delusione, come detto, tra gli le centinaia di lavoratori che avevano perso il lavoro a causa del crac da decine di milioni di euro. Sentimenti riassunti nella nota diffusa da Gigi Redaelli, ex segretario provinciale di Fim Cisl, per anni accanto ai lavoratori, che ha continuato a seguire in prima persona la vicenda Bames e Sem anche dopo la pensione.
“Vergogna, per noi restano colpevoli”
“Vergogna, doppia vergogna – ha scritto in una nota diffusa poco dopo la decisione della Corte d’Appello a nome anche degli ex dipendenti – C’è la prescrizione! Per gli ex dipendenti comunque di reato si parla e restate colpevoli. Il dispositivo di sentenza del Collegio Giudicante si applica, ma si può anche non condividere e noi non lo condividiamo affatto. Non sono gli ex dipendenti a perdere ma è la giustizia ad essere sconfitta” .
Sentenza sorprendente nel merito, ma anche rispetto alle tempistiche perché secondo calendario l’udienza di oggi sarebbe dovuta esser interlocutoria in vista di quella decisiva, già calendarizzata per il 10 dicembre. Ed invece è arrivata la decisione.
“La Giustizia non è uguale per tutti”
“Le prime reazione registrate tra di gli ex lavoratori – prosegue la nota – anche se si temeva un esito simile, sono state di “rabbia, stupore, sconcerto” e smarrimento, tra chi ha subito sulla propria pelle le scelte di coloro che hanno portato l’azienda al fallimento e loro in un baratro fatto di forti disagi economici, psicologici e drammi familiari”. Molto probabilmente, la giustizia non è uguale per tutti, perché chi ha i soldi per permettersi di pagare fior fiore di avvocati, trova il modo di uscirne senza grandi problemi. In questo caso bancarotta fraudolenta? no… diventa bancarotta semplice. E così il reato si prescrive perché i tempi della prescrizione sono più veloci. In questo lungo periodo gli ex lavoratori non hanno mai smesso di fare la loro parte (“senza mai mollare”) portando avanti una lotta esemplare contro chi, nel nostro Paese, ha speculato e specula, facendo giochi finanziari sulla vita delle persone anziché svolgere in modo onesto l’attività imprenditoriale, inoltre 61 di loro, sostenuti dalle OO. SS., si sono costituiti e sono stati riconosciuti parte civile per i danni morali”.
Gli ex lavoratori fanno sapere che nei prossimi giorni si troveremo per una prima valutazione di quanto avvenuto, in attesa delle motivazioni che saranno disponibile presumibilmente nel mese di febbraio 2026 e che verranno analizzate assieme agli avvocati delle Parti civili.