Seregno

Inchiesta Aeb-A2a: il sindaco Alberto Rossi rinviato a giudizio

Stessa decisione anche per gli altri cinque imputati nel processo per il procedimento sull'aggregazione industriale tra le due società.

Inchiesta Aeb-A2a: il sindaco Alberto Rossi rinviato a giudizio
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Rinviati a giudizio il sindaco di Seregno, Alberto Rossi e gli altri cinque imputati nel procedimento sull'aggregazione industriale fra Aeb e A2A. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Monza, Elena Sechi. La prima udienza è stata fissata per il 17 marzo,  giudice del processo è stata designata  Valentina Schivo.

Il sindaco Rossi a giudizio

Questa mattina, venerdì 15 novembre, al Tribunale di Monza la quinta udienza preliminare nel processo sull'operazione industriale fra Aeb e A2A. Il Gup, Elena Sechi, ha rinviato a giudizio i sei imputati accusati di turbata libertà di scelta del contraente e turbativa d'asta: il sindaco Alberto Rossi (assente in aula), il segretario comunale Alfredo Ricciardi, l’assessore Giuseppe Borgonovo (con la delega alle Partecipate all’epoca dell’operazione contestata), l’ex presidente di A2A Giovanni Valotti, l’ex presidente di Aeb Loredana Bracchitta e Pierluigi Troncatti, partner della società Roland Berger.  Nel procedimento sono parti civili i Comuni di Seregno (che chiede danni di oltre 30 milioni di euro), Limbiate, Desio (tramite la partecipata Gsd), Varedo e Bovisio Masciago, oltre a tre consiglieri comunali di Lissone.

Le accuse della Procura di Monza

Secondo la pubblica accusa, rappresentata dai pm Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio, l’operazione fra le società multiutility avrebbe procurato un danno economico rilevante per Aeb, "non inferiore a 60 milioni di euro" e "l'omessa valorizzazione di un premio di maggioranza" in favore della stessa azienda "non inferiore a 5,7 milioni di euro". Al vaglio della magistratura l'eventuale sopravvalutazione degli asset conferiti da A2A. Le contestazioni ruotano attorno alla mancata gara di evidenza pubblica per la scelta del partner privato da affiancare ad Aeb, che viceversa aveva individuato A2A quale socio sulla base di un’offerta ritenuta "infungibile". La procedura adottata dall’Amministrazione di Seregno, deliberata in Consiglio comunale nell’aprile del 2020, è stata "bocciata" dalla Giustizia amministrativa fino in Cassazione.

Gli imputati negano tutte le accuse

Gli imputati negano tutte le contestazioni della Procura e sostengono che l’operazione sia stata condotta in maniera corretta dagli amministratori pubblici, in "assoluta buona fede" e sulla base di "autorevoli pareri", senza alcun favoritismo nei confronti di A2A. In proposito i legali di Valotti e Bracchitta hanno già presentato una controperizia per "smontare" le conclusioni del consulente tecnico incaricato dalla Procura.

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