Procurava la droga a una famiglia di spacciatori: arrestato

Il 33enne vendeva a sua volta cocaina direttamente ai clienti.

Procurava la droga a una famiglia di spacciatori: arrestato
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Procurava la droga a una famiglia di spacciatori: arrestato cesanese.

Procurava la droga a una famiglia di spacciatori

Procurava la droga a una famiglia di Cabiate dedita allo spaccio e spacciava a sua volta. Per un 33enne marocchino con casa a Cesano Maderno si sono spalancate le porte del carcere di Como. I carabinieri della Tenenza di Mariano Comense hanno eseguito nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Como a conclusione di una articolata e complessa attività d’indagine finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti.

In manette un intero nucleo familiare

In manette un intero nucleo familiare.  Lo spaccio era infatti affare di famiglia: impegnava un uomo di 51 anni, la moglie di 47 e il figlio di 22. Con loro sono finiti nei guai un uomo di 33 anni di Merate, e un marocchino cesanese della stessa età. Per tutti, l'ipotesi di reato è detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, marijuana e cocaina. L’indagine, iniziata a maggio, ha permesso ai carabinieri della Tenenza di Mariano Comense di acclarare che la famiglia finita in manette gestiva, a Cabiate, una fiorente attività di spaccio di hashish e marijuana. I militari hanno documentato numerose cessioni di stupefacente, anche a minorenni, di Cabiate e zone limitrofe.

Una telefonata per procurarsi la droga

I clienti facevano le ordinazioni per telefono e poi si recavano nei luoghi prestabiliti per il ritiro, a poca distanza dall’abitazione di residenza. I militari hanno accertato che a rifornire di droga i componenti della famiglia erano i due trentatreenni che, nella stessa zona, si occupavano, a loro volta ed autonomamente, dello spaccio di cocaina. Nel corso dell’attività d’indagine i carabinieri hanno recuperato e sequestro oltre 20 grammi di hashish e circa 5 grammi di cocaina. Ad eccezione della donna, per la quale il Gip ha disposto la misura dell’obbligo di firma, tutti gli altri indagati sono stati rinchiusi nel carcere di Como.

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