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Ricatti a sfondo sessuale ai preti, giovani vimercatesi a processo

Rischiano una pena fino a 5 anni.

Ricatti a sfondo sessuale ai preti, giovani vimercatesi a processo
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Ricatti a sfondo sessuale ai preti, giovani vimercatesi a processo.

Per tre ragazzi la pena richiesta va dai 2 ai 5 anni di reclusione, i restanti sei giovani imputati hanno invece chiesto il patteggiamento. Tutti con la “strada” del rito abbreviato. È questa la situazione del processo, che dovrebbe andare a sentenza il 21 luglio   al Tribunale di Monza, che vede imputati nove ragazzi residenti tra il Milanese e il Vimercatese, di età compresa tra i 20 e i 24 anni, accusati di estorsione. Nello specifico, avrebbero ricattato due preti, di cui uno bergamasco e uno del  vimercatese per non diffondere filmati, foto e conversazioni hard con protagonisti i due sacerdoti e, per l’appunto, alcuni dei giovani.

Le indagini risalgono a circa un anno fa, ma la vicenda è venuta a galla a gennaio di quest’anno. A condurle sono stati i Carabinieri di Zogno, perché in quella caserma un prete che opera in Val Brembana si era rivolto ai militari per denunciare il ricatto che stava subendo dalla primavera precedente. L’altro prete, invece, non avrebbe sporto denuncia.

Adescati su chat erotiche

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, tra il febbraio a il maggio 2019 hanno pianificato in almeno due occasioni estorsioni a sfondo sessuale nei confronti di uomini adescati su chat erotiche, minacciandoli di pubblicare le immagini e le videoriprese degli incontri omosessuali tra le vittime e le “esche” sui social, o attraverso manifesti, se non avessero effettuato i pagamenti richiesti. A questo si aggiungevano le minacce di gravi conseguenze personali e giudiziarie, in quanto gli indagati millantavano conoscenze sia nelle Forze di Polizia, sia nella criminalità organizzata.

I fatti tra Vimercate, Busnago e Lesmo

I fatti sarebbero tutti avvenuti tra Vimercate, Busnago e Lesmo.

Il prete bergamasco, il primo ad aver avuto il coraggio di denunciare quanto stava accadendo, ai militari aveva raccontato di aver inizialmente fissato un appuntamento con una donna conosciuta su una chat di incontri. Una volta presentatosi nel luogo prefissato, ovvero il parcheggio del cimitero di una località brianzola, il prete s’era però trovato davanti un ragazzo. Nonostante ciò, i due hanno pattuito un prezzo e hanno avuto un rapporto sessuale non completo. È dopo quell’incontro che sono iniziate le minacce, che il prete ha provato a far terminare pagando seimila euro. Le richieste della banda di giovani, però, non si fermate e così il sacerdote s’è deciso a denunciare. Si è poi scoperto che nella rete di questi estorsori era finito anche un altro prete. I componenti della banda, per non farsi identificare, utilizzavano sistemi di messaggistica criptata e si spostavano su automobili intestate a estranei alla vicenda.

Incastrati grazie a telecamere e intercettazioni ambientali

Per incastrarli, gli inquirenti hanno fatto ricorso a riprese di telecamere e intercettazione ambientali. Complessivamente, gli imputati sarebbero riusciti a ottenere dalle proprie vittime oltre sedicimila euro.

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