La storia

Rischiò la vita dopo un incidente in azienda a Ornago, operaio ora è senza lavoro

Fabio Ferrara è costretto a mantenere la famiglia con 800 euro al mese: "Forse sarebbe stato meglio morire".

Rischiò la vita dopo un incidente in azienda a Ornago, operaio ora è senza lavoro
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Rischiò la vita dopo un grave incidente sul lavoro a Ornago, operaio di Trezzo si trova ora senza occupazione. Fabio Ferrara ora è costretto a mantenere la famiglia con 800 euro al mese: "Forse sarebbe stato meglio morire quel giorno".

L'incidente a inizio 2022

Era il 5 gennaio 2022 quando Fabio Ferrara, operaio  di Trezzo sull'Adda di 43 anni, rimase schiacciato sotto un bancale da oltre una tonnellata all’interno degli stabilimenti della Brivaplast, azienda di Ornago specializzata nel confezionamento di prodotti cosmetici.

"Sono un miracolato - ha raccontato - ma per la mia famiglia sarebbe stato meglio se fossi morto quel giorno. Lavoravo lì soltanto da poche settimane, avevo iniziato il 13 dicembre 2021 con un contratto di somministrazione del lavoro. Quella mattina mi fu chiesto di andare nel magazzino per prelevare un bancale. Stavo camminando tra quelli che erano già stati depositati alla rinfusa, cercando quello giusto, quando uno di questi mi è caduto addosso, spingendomi in avanti e buttandomi a terra. Un collega ha preso il muletto meccanico, ha sollevato il carico e i soccorritori del 118 hanno fatto il resto, elitrasportandomi all’ospedale San Gerardo di Monza. Le mie condizioni erano critiche, i medici dissero a mia moglie che c’era la seria possibilità che io non avrei superato la notte. Sono stato in coma tre giorni".

Oggi sta bene, ma sopravvive con un'indennità da 800 euro e nessuno lo assume

"Mi è stata accertata un'invalidità al 55%, ho un glaucoma, due vertebre cementificate e un perno di metallo nella gamba.  Sono stato in ospedale un mese e poi ho iniziato con la fisioterapia  Fossi morto lì, ai miei familiari sarebbe spettato un risarcimento milionario. L’azienda, che poi ho querelato, non mi ha rinnovato il contratto e al termine mi ha lasciato a casa. Vivo con circa 800 euro dall’Inail, che però ha anche effettuato un accertamento perché, secondo loro, la mia malattia sarebbe dovuta durare soltanto il 5 gennaio, quando sono passato per il pronto soccorso. Ho dovuto provare che da allora la mia vita è cambiata. Ho 43 anni, sono stato inserito nell'elenco delle categorie protette, posso ancora lavorare, ma nessuno mi assume".

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