L’obiettivo dello studio è valutare l’efficienza della risposta anticorpale specifica indotta dalla vaccinazione con vaccino Pfizer. E saranno proprio gli operatori di ASST Brianza ad essere al centro di questa ricerca che ha sia un aspetto scientifico, ma anche di vigilanza sanitaria perché punta a valutare la protezione degli operatori impegnati presso gli ospedali e la rete dei servizi territoriali dell’ASST. In totale circa 3600 persone.
Risposta anticorpale al vaccino, gli operatori dell’Asst Brianza al centro di una ricerca
Il lavoro è stato pianificato da Valerio Leoni e Giuseppe Servidio, primari, rispettivamente, del Laboratorio di Analisi di Desio e Vimercate, nonché da Paolo Mascagni, Direttore della Medicina del Lavoro, sempre dell’Ospedale di Desio.
Il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia Covid 19, spiega Leoni, “presenta sulla superficie delle proteine, tra le quali la glicoproteina spike (proteina S) capace di legare il recettore ACE-2 espresso da molte cellule del corpo umano, tra cui quelle degli alveoli polmonari. Il legame tra la proteina S ed il recettore ACE-2 consente al virus di entrare nelle cellule umane e replicarsi”.
Negli studi effettuati su pazienti infettati, gli anticorpi diretti contro la glicoproteina S sono risultati neutralizzanti e protettivi contro l’infezione. I vaccini sono stati preparati appositamente per suscitare la produzione di questi specifici anticorpi neutralizzanti.
Screening post vaccinale e sorveglianza sanitaria
“I risultati dello screening post vaccinale sugli operatori della ASST della Brianza – aggiunge Valerio Leoni – consentiranno di rilevare la percentuale di lavoratori immuni e potenzialmente protetti, sebbene il test sierologico debba essere valutato ancora con cautela per la definizione del livello di immunità nei singoli individui. Questi dati quindi, uniti a quelli derivati dai programmi di sorveglianza sanitaria già attivi per gli operatori, contribuiranno in modo determinante a chiaArticolorire se il grado di protezione acquisita sia efficace all’interruzione della trasmissione del contagio fra pazienti e operatori”.