Un appello da Sulbiate

Rubano la motozappa del padre morto. L’appello ai malviventi: «Restituitela»

Fulvia Colzani ha subito un furto nella notte tra martedì e mercoledì della scorsa settimana nel suo terreno di via Piave

Rubano la motozappa del padre morto. L’appello ai malviventi: «Restituitela»
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«Quella motozappa ha più di 50 anni ma per me ha un valore affettivo perché era di mio padre: restituitemela».

Rubano la motozappa del padre morto. L’appello ai malviventi: «Restituitela»

Un accorato appello quello lanciato nei giorni scorsi da Fulvia Colzani, di Subiate, direttamente al cuore dei malviventi. Colzani è una volontaria molto conosciuta e stimata in paese; da anni attiva nel mondo dell’associazionismo del vimercatese e sulbiatese, per essersi prodigata, negli anni, a soccorrere le popolazioni palestinesi, soprattutto orfanotrofi e chiese cristiane, attraverso 38 viaggi in Terra Santa.

Il furto

Nella notte tra martedì e mercoledì della scorsa settimana i ladri sono entrati all’interno del giardino di sua proprietà che si trova in via Piave. I malviventi con tutta probabilità già da tempo tenevano d’occhio il piccolo deposito agricolo ubicato accanto all’immenso giardino, dove la donna e il marito Camillo Sala ricoveravamo i mezzi agricoli che utilizzano per coltivare il giardino.

«Purtroppo sono entrati i ladri e hanno rubato il trattore tosaerba e, soprattutto, la motozappa appartenuta a mio padre Mario Colzani, scomparso nel 2018 - ha sottolineato la donna - Ero molto legata a quel macchinario. Aveva 50 anni, non ha un valore economico ma affettivo. Era di mio padre, l’aveva acquistata lui per coltivare il terreno e produrre le verdure con le quali sfamava la mia famiglia al suo ritorno in Italia dopo la prigionia nei campi di concentramento».

Il passato di Mario Colzani

Mario Colzani nacque negli Stati Uniti, dove si era trasferita la sua famiglia prima di approdare a San Paolo, in Brasile, ma si sentiva un sulbiatese doc. «Non amava tanto raccontare il suo passato, forse per non dover rivivere nella sua mente gli attimi terribili della guerra - ha continuato Fulvia Colzani - Solo negli ultimi anni erano emersi particolari della sua vita che l’hanno reso unico. A 18 anni, mentre si trovava a Milano, in piazza Torino, venne fermato dai tedeschi che, con una scusa, lo portarono nel campo di concentramento nazista di Buchenwald, in Germania. Rimase lì qualche giorno e poi, grazie alla sua furbizia, riuscì a nascondersi all’interno di un camion e scappò. Stando ai suoi racconti fu un vero e proprio miracolo. E mia zia si ricorda ancora quando lo vide ritornare a Sulbiate, dalla Germania, a piedi. Aveva le scarpe tutte rotte».

E i tanti lavori

Furono tanti i lavori che il 94enne svolse nella sua vita: agricoltore, poi commerciante ed, infine, operaio alle acciaierie Falck di Arcore. Colzani fu anche uno dei fondatori della Cooperativa «Castello» di Sulbiate.

In molti, in paese, se lo ricordano come una persona schietta e sincera, uno che non le mandava a dire, proprio come faceva con i vari sindaci e assessori che si sono succeduti in paese. Proprio per non fare un torto alla memoria del padre, la figlia ha voluto lanciare un appello ai malviventi. «Tenetevi pure il trattore tosaerba, ma riportatemi la motozappa, vi prego - l’appello lanciato da Colzani - Forse il mio appello riuscirà a fare breccia nel cuore di quelle persone».

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