Salvatores a Monza, retroscena sul film

Il regista ha presentato ieri al Cinema Tedolinda la pellicola "Tutto il mio folle amore"

Salvatores a Monza, retroscena sul film
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Un cinema Teodolinda così pieno di persone non si vedeva dagli anni Ottanta. E pensando che qualche anno fa stava per chiudere c’era quasi di che commuoversi.

Salvatores a Monza

Ma non è un problema solo monzese il rischio di sopravvivenza delle sale cinematografiche più piccole, tanto che lo stesso regista Gabriele Salvatores, colui che è riuscito nel miracolo di riempire un venerdì sera di pioggia quasi tutte le poltroncine rosse di via Cortelonga a Monza, è rimasto colpito.
E ieri sera ha deciso di immortalare con il cellulare lui stesso quella sala così piena di un pubblico che in realtà era proprio lì per omaggiare lui e il suo ultimo intensissimo film. «Tutto il mio folle amore», il titolo di una pellicola uscita nelle sale il 26 ottobre. «Tutto il mio folle amore è quello che si chiede ai genitori per prendersi cura dei figli ed è quello che possono mettere per crescerli e che vale più di qualsiasi cosa», ha svelato il regista.

Il regista in sala

L’ evento è stato fortemente voluto da «Anteo Spazio Cinema» anche in vista del rilancio del Cinema Capitol che è in ristrutturazione e sarà riaperto in pompa magna prima di Natale. Certo, poter vedere un film con il regista che te lo presenta, risponde alle curiosità e svela i retroscena, è qualcosa di unico che aggiunge magia a un film già di per sè intenso ed emozionante. Capace di parlare di un tema, come la disabilità, mettendo da parte il pregiudizio e creando empatia nello spettatore, con un colpo al cuore più forte per chi conosce più da vicino per esperienza personale la diversità. «Venivo a Monza ai tempi del Teatro dell’Elfo e ancora passo ogni tanto a prendermi un caffè con Elio De Capitani, quindi Monza è una città che ho nel cuore», ha esordito Salvatores. E la città di Teodolinda non l’ha deluso: un applauso scrosciante lungo un minuto lo ha accolto alla fine della proiezione.

Curiosità sul film

Tante le curiosità che poi, seduto davanti allo schermo, ha svelato sul film, sul cast e sulla storia vera a cui si è ispirato. Come il fatto che l'attore che interpreta il ragazzo autistico sia stato scelto tra i bocciati al casting del Teatro Sperimentale di Roma e che quindi Giulio Pranno sia un esordiente assoluto.  O che l'attore Claudio Santamaria, nei panni del padre Willy, canta e suona davvero dal vivo e che ha avuto lui l'idea di interpretare Modugno (e che lo ha comunicato al regista chiamandolo alle tre di notte). E poi ancora il rimpianto di non avere avuto un figlio e la sfida nel fare sempre film di generi diversi «Perché quando non avrò più nulla da dire mi fermerò, ma adesso voglio alzare ancora l'asticella». E infine qualche curiosità sulla storia era a cui il film è ispirato. «Ho incontrato davvero il ragazzo e mi ha colpito perchè a volte ti abbraccia, a volte ti manda via, a volte ti fa ridere. Ho conosciuto lui e molti altri ragazzi autistici, perché le forme sono moltissime da quelle lievi agli Asperger ad alto funzionamento e ho cercato di rendere le difficoltà quotidiane».  Il film è liberamente ispirato al romanzo "Se ti abbraccio non aver paura" di Fulvio Ervas,  che racconta la storia vera di Andrea e Franco Antonello, padre e figlio autistico che hanno viaggiato in America (nella realtà), anche se nel film il viaggio viene trasposto nei Balcani. «Perché con un cast tutto italiano non volevo andare negli States, credo nel valore del nostro Paese e ho cercato qui in Europa fuori Schengen un confine, che era quello con la Croazia».

L'intervista completa sul Giornale di Monza in edicola da martedì 19.

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