Salvaguardia

Salviamo gli alberi dagli abbattimenti, arriva il regolamento

Tre i casi sollevati a Monza, ma l'assessora promette una soluzione

Salviamo gli alberi dagli abbattimenti, arriva il regolamento
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Alberi dal grande valore paesaggistico e ambientale, a volte secolari, ciliegi, cedri o tigli che rischiano di essere abbattuti e sparire per sempre per fare spazio alle edificazioni. Eppure tutelare meglio le piante si può, basterebbe un regolamento del verde privato.

I recenti abbattimenti di alberi

Sono almeno tre i casi a Monza che sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica negli ultimi due mesi e c’è chi chiede a gran voce un regolamento che possa salvaguardare il diritto ambientale da quello edificatorio.
L’ultimo grido di allarme, in ordine di tempo, è quello dei residenti di una palazzina in zona Policlinico.

Il condominio ha interesse a evitare che il proprietario esclusivo di una porzione di terreno, ricompresa nella cinta condominiale, provveda a far abbattere gli alberi ivi presenti, di grande pregio e di rilevanza ambientale (anche a livello faunistico per le varie tipologie di uccelli che vi si sono insediate). Il rischio di abbattimento di questi cedri sarebbe ovviamente finalizzato a poter poi edificare sull’area.

Neanche un mese fa un allarme analogo era risuonato per l’ultima fioritura del ciliegio tra via Monte Oliveto e via Angelo Mauri (nei pressi della caserma dei Vigili del Fuoco), oggi nel frattempo abbattuto per far posto al cantiere di una palazzina di cinque piani. Questa primavera abbiamo goduto per l'ultima volta dello spettacolo di questi due enormi ciliegi in fiore carichi di uccelli e petali bianchi, oltre a un certo numero di altri alberi di media grandezza.

Nonostante l'appello del Comitato residenti di via Mauri che aveva incontrato l’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti  non è stato possibile tutelare il verde privato in presenza di un permesso di costruire.

Situazione analoga in via Lecco: a marzo era stato il consigliere comunale Paolo Piffer (Civicamente Monza) a portare alla ribalta il caso del tiglio di via Lecco, annunciando battaglia per salvare la sorte dell'albero dopo che erano stati già tagliati tre alberi sul terreno lato viale Libertà. "È davvero necessario predisporre progetti che, sempre, prevedono di tagliare alberi. Facciamo qualcosa, qualsiasi cosa sia in nostro potere per salvare il tiglio", aveva detto.

L'appello di una avvocata

A cercare di fare qualcosa in tal senso ci ha provato anche una avvocata monzese, Clara Bruggi che ha incontrato in settimana l’assessora Giada Turato e i tecnici comunali:

«Capisco che in quasi tutti questi casi c’è un terreno con un permesso di costruire. C’è però anche un diritto di tutela ambientale che non viene fatto valere, quello che chiedo è che venga tutelato in special modo in questo momento storico. Si deve arrivare a un regolamento che disciplini l’edificazione tutelando però la tutela del verde. Si sta facendo valere sempre di più il diritto edificatorio a scapito di quello ambientale anche perché il nostro ordinamento giuridico non disciplina la tutela del verde privato e così ogni Comune ha facoltà di adottare o meno un regolamento. Il nostro ambiente ci mostra la necessità assoluta di essere tutelato a fronte di un’edificazione discriminata volta al business da parte di grande società immobiliari».

Il regolamento del verde privato

Oggi è più difficile tutelare il verde privato, ma l’assessora all’Ambiente Giada Turato sta già lavorando per la stesura di un regolamento del verde privato che potrebbe già essere pronto entro la fine dell’anno e che darebbe strumenti in più in tal senso al Comune di Monza.

«Oggi se gli alberi insistono su un’area in cui c’è un permesso di costruire valido non si può impedire l’abbattimento, si può solo prevederlo in fase di contrattazione, invitando il privato a tenerne conto, ma se sono laterali all’area su cui si edifica è più facile ovviamente rispetto a se si trovano al centro», spiega Turato. Cosa può fare invece un regolamento del verde ancora?

«Possiamo aumentare le compensazioni. Adesso vengono chieste in via informale, quando sarà in vigore invece l’urbanistica deve chiedere un parere formale all’ufficio Ambiente che valuterà il pregio dell’albero e l’ufficio Verde farà una stima puntuale delle compensazioni del caso. E per il privato può diventare sconveniente se una modifica progettuale può costare meno del ricompensare il Comune per l’albero tagliato», aggiunge Turato. Per fare un esempio, insomma, se chi vuole costruire deve pagare 50mila euro per abbattere un albero e con una lieve modifica del progetto può salvarlo, non ci penserà due volte ad agire in tal senso. Non solo, anche gli abbattimenti di alberi nei giardini condominiali sarà più difficoltosa, per preservare le nostre piante.

«Chi ha del verde nel giardino condominiale dovrà manutenerlo e se vuole abbattere un albero sano non potrà farlo. Attualmente il processo di abbattimento prevede una richiesta all’Ufficio Paesaggio a fronte di una perizia agronomica e viene rilasciata regolare autorizzazione se l’albero è malato, ma senza le accortezze in più che se arriva la medesima richiesta in un ufficio Ambiente con agronomi competenti e che possono ordinare di mettere in essere cure per salvare la pianta malata dall’abbattimento».

 

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