Appello a Mattarella

Salviamo il bimbo brianzolo bloccato in Ucraina

Il papà del piccolo Roman, Simone Bonato, e i nonni di Renate vorrebbero riportarlo in Italia

Salviamo il bimbo brianzolo bloccato in Ucraina
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Sono quasi tre anni che papà Simone non abbraccia il suo piccolo Roman Marcello, portato via dall’Italia quando aveva poco più di un anno dalla mamma che si è ritrasferita nel suo paese di origine, la zona filorussa del Donbass su cui sono iniziati venerdì i bombardamenti. E ora la vera battaglia  è salvare il bimbo brianzolo bloccato in Ucraina.

Bimbo brianzolo bloccato in Ucraina

Mentre la situazione in Ucraina si fa sempre più tesa, quando al Tg scorrono le immagini che fanno salire a tutti l’angoscia, si può solo immaginare cosa stia provando Simone Bonato, giovane papà brianzolo di 37 anni, originario di Renate e da poco trasferitosi in Veneto per lavoro. Mentre ascolta la notizia di un asilo colpito giovedì e guarda quei video delle città spettrali del Donbass su cui risuona la sirena che avverte del pericolo, il suo pensiero corre al suo bimbo che si trova nella Repubblica Popolare di Donetsk, teatro di una guerra che ormai è iniziata. "Mia moglie ha deciso di restare lì col bambino,  ora bombardano e non ci si può muovere. La popolazione dai 20 ai 55 anni è stata chiamata alla leva forzata. Il presidente ucraino darà ordine ai militari di passare all'offensiva per invadere il territorio di Donetsk", ha spiegato preoccupato il papà del piccolo venerdì sera.

La lettera al presidente Mattarella

bimbo brianzolo in ucraina, i nonni paterni

Con lui a chiedere aiuto allo Stato italiano per riportare a casa il bimbo, che oggi ha cinque anni, ma che è nato a Carate Brianza ed è in tutto e per tutto italiano, sono anche i nonni paterni Barbara Borrelli e Marcello Bonato, che si sono rivolti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella scrivendo un accorato e doloroso appello: «Come nonni, le scriviamo per metterla a conoscenza della frustrazione e preoccupazione che abbiamo per questo conflitto che in otto anni ha causato oltre 20.000 morti. È da anni che non possiamo riabbracciare e tenere vicino il nostro nipotino almeno per un certo periodo. La madre del bambino, infatti, originaria di Donetsk, rifiuta in modo categorico di venire in Italia».

Si trova in zona di guerra

Oltretutto se Barbara e Marcello Bonato erano già preoccupati prima, la loro ansia è cresciuta mentre la situazione della regione filorussa diventava sempre più pericolosa. «La situazione internazionale purtroppo si è mischiata a una vicenda personale rendendo più complesse e quasi impossibili le vie diplomatiche - aggiunge nonno Marcello che ad Agrate Brianza, per anni ha gestito un laboratorio odontotecnico e ora si è trasferito nei lidi ferraresi sperando di poter presto far godere un giorno il mare al piccolo Roman Marcello - Abbiamo scritto sia anche al Consolato Italiano a Kiev e siamo in attesa di un riscontro, ci siamo rivolti anche alla Farnesina e all'Unità di Crisi. Ma ci sentiamo impotenti, perché in quella zona non c’è alcun punto di riferimento a livello istituzionale. Aiutateci a portare in Italia il nostro nipotino!».

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