Scadono i termini del ricorso, le sede degli islamici resta inutilizzabile
"Salva" l'ordinanza del sindaco: si conclude così la diatriba legale iniziata nel 2015
Scaduti i termini, è stato dichiarato decaduto il ricorso presentato da La Pace di Renate contro l'ordinanza sindacale del maggio del 2015. Uno dei due locali di proprietà dell'associazione islamica non potrà così essere utilizzato, né per finalità socioculturali, nè per finalità di culto.
L'ordinanza resta in vigore
Resta così in vigore il provvedimento sindacale del 23 maggio 2015 con cui veniva ordinato all’associazione di promozione sociale La pace il divieto di utilizzare per finalità di culto e socioculturali l’immobile in via Roma 16, destinato a deposito e rustico. Nei giorni scorsi, dopo 5 anni, il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia – seconda sezione di Milano – ha dichiarato la decadenza del ricorso presentato dall’associazione La pace, contro il quale l’Amministrazione guidata dal sindaco Matteo Rigamonti si era costituita in giudizio. Dunque l’ordinanza resta.
Già dal novembre 2014, diversi sopralluoghi effettuati presso gli ambienti utilizzati dall’associazione avevano dimostrato che un locale di 115 metri quadrati era destinato a luogo di culto, come risultava da arredi e suppellettili presenti e per stessa ammissione dei rappresentanti dell’associazione, mentre dalla risultanza delle pratiche edilizie depositate agli atti comunali quegli stessi spazi avrebbero dovuto essere adibiti “ad uso deposito” - recita il comunicato stampa diramato dal Comune di Renate - La variazione d’uso riscontrata era avvenuta in contrasto con l’attuale Pgt, senza contare che anche la presenza di più persone rappresentava un pericolo per l’incolumità pubblica in quanto venivano utilizzati spazi ove non erano rispettati gli elementari requisiti igienico-sanitari, impiantistici, di deflusso in caso di emergenze e di sicurezza in genere
Sindaco soddisfatto
Sono stato accusato di essere razzista, quando semplicemente si è trattato di far rispettare la legge a tutela delle persone stesse che usufruivano della struttura – ha commentato il sindaco Matteo Rigamonti – Si chiude così una vicenda su cui è stata fatta propaganda politica sterile a scapito della sicurezza dei cittadini”.
I motivi
La "fine" del ricorso presentato da "La Pace" si deve al tempo. Secondo il codice del processo amministrativo, infatti, "dopo il decorso di cinque anni dalla data di deposito del ricorso, la segreteria comunica alle parti costituite apposito avviso in virtù del quale è fatto onere al ricorrente di presentare nuova istanza di fissazione di udienza, sottoscritta dalla parte che ha rilasciato la procura di cui all'articolo 24 e dal suo difensore, entro centottanta giorni dalla data di ricezione dell'avviso. In difetto di tale nuova istanza, il ricorso è dichiarato perento".