Sciopero dei dipendenti della pubblica amministrazione: presidio in piazza Trento e Trieste
I lavoratori chiedono nuove assunzioni e il rinnovo dei contratti
Sciopero dei dipendenti della pubblica amministrazione: presidio in piazza Trento e Trieste, a Monza. I lavoratori chiedono nuove assunzioni e il rinnovo dei contratti.
Sciopero della pubblica amministrazione
A partire dalle 10 fino a mezzogiorno di oggi, mercoledì 9 dicembre 2020, organizzazioni sindacali confederali brianzole, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, in presidio in piazza Trento e Trieste, sotto il Comune. Lo sciopero (al quale hanno aderito anche alcune educatrici dei nidi comunali monzesi) durerà tutto il giorno, "ma i servizi essenziali sono garantiti", hanno rassicurato i manifestanti.
"Il contratto è scaduto e si sta per approvare la Legge di bilancio. Se non verranno inserite le risorse necessarie, questa situazione di stallo non si sbloccherà - ha spiegato Nicola Turdo, Segretario generale Cisl Fp Monza Brianza e Lecco - Negli ultimi anni, a causa delle mancate assunzioni, si sono persi 300mila posti nel pubblico impiego e a risentirne sono i servizi erogati. Non c'è turnover, chi va in pensione non viene sostituito. E il risultato è che l'età media dei dipendenti pubblici è di 51 anni".
Parole cui fanno eco le dichiarazioni di Simone Cereda, Segretario Fp Cgil Mb. "Lo sciopero dei dipendenti del pubblico impiego è uno sciopero per i cittadini. I servizi pubblici sono un bene di cui tutti usufruiscono. E se c'è carenza di organico, a pagarne le conseguenze sono tutti i cittadini".
La carenza di organico, aggiungono, riguarda tutti gli ambiti della pubblica amministrazione, dai Comuni, all'agenzia delle entrate, fino al settore della sanità. "Gli infermieri continuano a mancare. Se ne sono accorti durante la prima ondata, ma poi non è che hanno rimediato assumendo. Di conseguenza i disagi sono gli stessi di otto mesi fa".
"I contratti nazionali sono scaduti da due anni - ha precisato Tania Goldonetto, Segretaria generale Fp Cgil Mb - Dobbiamo proseguire nel percorso iniziato nel 2018. Con la Legge Brunetta le uscite non sono mai state compensate e di questa situazione ne risentono i servizi".
Goldonetto sottolinea quindi che da anni le assunzioni del pubblico impiego non coprono neanche il turn-over legato a quota 100 e in Provincia di Monza e Brianza in occasione della seconda ondata della pandemia si è vissuta una situazione drammatica nella sanità, con centinaia di medici e infermieri contagiati in isolamento e gli altri costretti a turni di lavoro massacranti per sopperire alle assenze.
"La pandemia ha poi portato in luce il discorso della sicurezza, che va potenziata. Sono stati fatti di corsa dei protocolli che non c'erano e alcuni questi sono ancora in fase di definizione. A chi ci ha criticato dicendo che non era questo il momento di scioperare diciamo che invece era questo il momento di fare questa iniziativa perché il Bilancio dello Stato per i prossimi tre anni viene definito ora e quindi è adesso che debbono essere date delle garanzie".
Presente al presidio anche Lucia Scarpa, educatrice del carcere di Monza. "Dovremmo essere in sei, invece ad oggi siamo tre educatori per oltre 500 detenuti. Se non c'è un pensiero sul carcere, non c'è sulla società intera".
"Siamo studi di sentire dire che medici e infermieri sono eroi - gli ha fatto eco il segretario generale della Cisl MB-Lecco Mirco Scaccabarozzi - poi quando viene il momento di riconoscere loro il giusto per il lavoro fatto ci si tira indietro. I sacrifici fatti vanno riconosciuti a livello contrattuale".
Da Scaccabarozzi anche l'invito al Governo a utilizzare i fondi del Mes, perché con quei miliardi si potrebbe davvero rilanciare la sanità e a gestire i soldi del Recovery Fund con una progettualità ben definita.
Alfio Bennardo, segretario della Federazione poteri locali Ui MB come Scaccabarozzi è tornato sul discorso dei medici e infermieri eroi ai quali però non viene riconoscuto il giusto al momento del rinnovo contrattuale. Punta il dito poi contro il mancato turn over nella sanità, ricorda i tanti sanitari che nella nostra Provincia hanno dovuto assentarsi dal luogo di lavoro tproprio a causa del Covid tanto che per sostenere l'Asst di Monza è dovuto intervenire l'esercito.
"Il dipendente pubblico - ha concluso - non è un peso ma una risorsa che va gestita nel miglior modo. Invece sembra sempre che sia un peso".
Carmine Villani, segretario generale della Pubblica amministrazione Uil MB, ha ricordato che anche nelle Amministrazioni statali ci sono problemi di organico e di innovazione tecnologica. Ha poi esteso il discorso delle difficoltà nell'ambiente di lavoro di chi opera in Tribunale a Monza e nella casa circondariale, "penso anche agli educatori e al personale amministrativo, dove non è possibile tollerare che vengano meno i principi Costituzionali".