Seregno

Senza lavoro per il Covid, vive in una baracca aiutato dall’Unità di strada

Lunedì scorso l’intervento dei volontari in via Vicenza. Gli altri «invisibili» nei parcheggi del centro cittadino.

Senza lavoro per il Covid, vive in una baracca aiutato dall’Unità di strada
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E’ rimasto senza lavoro a causa del Covid e da qualche giorno è costretto a dormire in una baracca in via Vicenza al Ceredo a Seregno, insieme a due donne connazionali, anche loro alla ricerca di un'occupazione e di un alloggio più dignitoso.

Senza lavoro per il Covid, vive in una baracca aiutato dall’Unità di strada

Lui è un 53enne ucraino, che viveva a Como prima di ritrovarsi disoccupato durante la crisi provocata dalla pandemia. Le donne hanno 55 e 43 anni. La loro è una delle tante storie di vita che incrociano i volontari dell'Unita di strada del Cisom - Corpo italiano di soccorso dell'ordine di Malta, che hanno ripreso il servizio nella città degli «invisibili».
Lunedì scorso Marzio, Massimo, Silvia e Massimo erano proprio al Ceredo e si sono addentrati fra i campi per offrire un po' di conforto e un aiuto concreto.

"Possiamo stare qui perché non c'è il proprietario per adesso, almeno è un posto coperto e non stiamo all'aperto", ci ha spiegato il 53enne che abbiamo incontrato venerdì mattina. E’ da diversi anni in Italia e parla la nostra lingua in maniera comprensibile.
"Siamo qui da cinque giorni, poi speriamo di andare tutti e tre nel dormitorio perché siamo seguiti dalla Croce Rossa". La baracca in lamiera e legno si trova a metà di una stradina in mezzo agli orti, probabilmente è un ripostiglio per gli attrezzi.

In passato lo straniero se l'è cavata facendo il badante e l'autista, poi il coronavirus ha cancellato tutto e la vita è stata tutta in salita. "Con questo Covid non c'è lavoro, anche per loro è poco. Ma siamo aiutati e abbiamo un po' da mangiare, per adesso va così".
Ai volontari hanno chiesto un fornello con cui scaldare il cibo, al momento utilizzano una scatoletta e l'alcol. I volontari hanno consegnato sei sacchetti di viveri, due coperte, altrettante confezioni di mascherine e del tè.
Nella stessa serata l'Unita di strada ha incontrato altre persone che vivono quasi nascoste, ai margini della società.
Alla Corte del Cotone i volontari hanno consegnato un sacchetto a un senza tetto. Un altro, che ha avuto dei guai con la Giustizia, da qualche tempo non dorme più nel parcheggio sotterraneo di piazza Gandini, come conferma un gruppo di ragazzi che frequenta la zona.

Gli altri «invisibili» nei parcheggi del centro cittadino

Ma la città notturna lontana dalle luci della movida riserva altre sorprese. Da qualche settimana, al primo piano del parcheggio sotterraneo di piazza Donatori di sangue, vive in uno stanzino una ragazza insieme al fidanzato e al cagnolino.
Ha accolto i ragazzi del Cisom con entusiasmo, ha chiesto loro un paio di pantaloni e un reggiseno, intanto ha ricevuto una coperta. Racconta di non avere un buon rapporto con la famiglia, all'oscuro di tutto. Sembra che sia la figlia di un carabiniere, che ha fatto di tutto per convincerla a cambiare stile di vita. Senza successo.
Nel ventre della piazza in centro, al secondo piano del parcheggio, si rifugiano altri tre senza dimora, di loro si prende cura anche la Croce Rossa.
La lunga serata dell'Unita di strada è finita, la vita degli «invisibili» continua.

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