Celebrazione eucaristica

Seregno ricorda tutte le vittime del Covid

Seregno ha voluto ricordare le vittime del Covid con una messa che è stata celebrata stamattina, domenica 20 febbraio 2022, nella parrocchia di Sant'Ambrogio

Seregno ricorda tutte le vittime del Covid
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Seregno ricorda tutte le vittime del Covid. Si è appena conclusa la toccante celebrazione eucaristica, presieduta dal parroco don Bruno Molinari (era presente per la preghiera finale anche don Fabio Sgaria, vicario della parrocchia), che si è svolta samattina, domenica 20 febbraio 2022, nella chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio, a Seregno e che ha visto la partecipazione dell'Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Rossi, che insieme alla comunità parrocchiale ha voluto ricordare tutte le persone morte a causa del Coronavirus.

Una funzione molto partecipata alla quale hanno preso parte anche gli Alpini, Croce Rossa, Seregno Soccorso, Unicef, Protezione civile, Anmil oltre alle autorità (la Polizia locale era rappresentata dal commissario Felice Buzzi,  i Carabinieri con il tenente Maurizio Guadalupi e il maresciallo De Crescenzo e c'era anche una rappresentanza della Guardia di Finanza).

Le foto della mattinata di ricordo

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L'intervento del sindaco di Seregno Rossi

Anche il primo cittadino Alberto Rossi ha voluto ricordare questa significativa giornata.

"Esattamente un anno fa, era il 20 febbraio 2021, eravamo nella Basilica San Giuseppe per un momento del tutto analogo che oggi abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Per volontà concorde del Consiglio Comunale, avevamo deciso di celebrare un momento pubblico in ricordo di tutti coloro che non ce l’hanno fatta, per tutti coloro per i quali il Covid ha rappresentato il passaggio finale della vita - ha sottolineato il sindaco - Avevamo scelto la data del 20 febbraio, quella in cui per la prima volta il virus del Covid era stato diagnosticato in Italia. Dopo allora, leggi statali hanno legato la data del 20 febbraio come “giornata dei camici bianchi”, con una dedica speciale al personale sanitario morto durante i mesi della pandemia, mentre la giornata nazionale delle vittime Covid è stata più propriamente individuata nel 17 marzo".

"La distanza ci rende più deboli"

In un altro passaggio del suo discorso il primo cittadino ha ricordato alla comunità la necessità di camminare insieme per fronteggiare i grandi ostacoli che la vita pone davanti a tutti gli uomini.

"Abbiamo sperimentato come la distanza dagli altri ci rende più deboli, più fragili - ha continuato il sindaco - Abbiamo avvertito il bisogno di recuperare la dimensione della cura, ed in questo momento sento forte il dovere di ringraziare chi ci ha dimostrato con i fatti, con l’esempio l’importanza della dimensione della cura. Penso al personale sanitario in tutte le sue componenti, penso ai tanti volontari che si sono spesi nei mesi più duri, ma penso anche a coloro che con il loro lavoro hanno assicurato i servizi primari nel momento in cui c’era più bisogno.
Mi piace, quindi, concludere questo momento con un gesto di cura. Davanti a me ci sono 152 vasetti di primule. Simbolicamente richiamano, uno per uno, i nostri concittadini che sono morti per il Covid. La giornata di oggi nasce pensando a loro, a tutti e a ciascuno. Ho avuto modo di raccogliere le storie di molte di queste persone, parlando con i loro amici ed i loro familiari. Le loro storie rappresentano la traccia più forte che questi mesi hanno lasciato nel mio animo".

Le primule

Al termine della messa sono state benedette le 152 primule, simbolo dei seregnesi che sono morti a causa del Covid.

Invece durante l'omelia il parroco si è soffermato sulle conseguenze che il Covid ha avuto negli anziani e nei giovani.

"Il dolore della perdita dei propri cari è particolarmente forte dove le persone non sono riuscite nemmeno a salutarsi - ha spiegato il parroco - Ricordiamo anche le persone contagiate che erano impegnate nell'ambito della carita. E ricordiamo anche la morte sociale che questa pandemia ha lasciato nel cuore delle persone sole".

 

 

 

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