Il processo

Sesso con una 17enne in cambio di soldi. A processo per prostituzione minorile

Il 31enne le aveva offerto 150 euro a prestazione, compresa la pillola del giorno dopo.

Sesso con una 17enne in cambio di soldi. A processo per prostituzione minorile
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E’ accusato di aver pagato una ragazza minorenne, ospite di una comunità protetta per minori di Monza, per dei rapporti sessuali.

Sesso con una 17enne in cambio di soldi. A processo per prostituzione minorile

Centocinquanta euro a prestazione (un rapporto completo e senza protezioni) compresa la pillole del giorno dopo. Il reato contestato a un cittadino brugherese, oggi trentunenne, è di prostituzione minorile. Contestazione dalla quale l’uomo si sta difendendo davanti al collegio giudicante monzese, presieduto dal magistrato Elena Sechi.

Dibattimento che la scorsa settimana ha visto sfilare sul banco dei testimoni alcuni educatori della comunità di via Torti, a Monza, che nel 2018 (l’anno in cui sono contestati i fatti), ospitava la ragazza, che si è costituita parte civile al processo. L’indagine su questi fatti, condotta dalla polizia, era coordinata inizialmente dai pm della Direzione antimafia, visto che si ipotizzava il reato di adescamento di minori, che rientra nelle competenze della magistratura distrettuale.
L’imputazione è stata poi riqualificata, e il fascicolo trasmesso sul tavolo del sostituto procuratore brianzolo Sara Mantovani, che oggi rappresenta la pubblica accusa in aula.

I fatti ricostruiti

Secondo quanto ricostruito, l’imputato, all’epoca del fatto ventisettenne, aveva conosciuto la ragazzina (17 anni nel 2018) su «Badoo», un sito dedicato a chat e incontri.
La giovane era ospite della comunità a causa di una situazione personale e familiare molto problematica. La sera del 20 agosto di quattro anni fa, durante una libera uscita serale, è stata vista rientrare da uno degli educatori della comunità, a mezzanotte, seduta sul lato passeggero di una Mercedes grigio scuro, accompagnata da un uomo.

La testimonianza dell'educatore

«Ho visto che avevano le teste molto vicine tra loro. L’ho vista scendere, ho tenuto ferma la portiera dell’auto, facendo notare al conducente che la ragazza non aveva nemmeno 18 anni”, ha raccontato il teste. «Per tutta risposta mi sono sentito dire una frase come ‘ma ti sembra minorenne?’. Ho visto la Mercedes allontanarsi, ma ho memorizzato il numero di targa, che poi ho consegnato alla polizia. La ragazza si metteva facilmente in situazioni problematiche. Non frequentava regolarmente le lezioni a scuola, aveva falsi profili social, tendeva a essere ribelle, ma sapeva anche farsi voler bene”. Quella stessa sera, l’addetto della comunità aveva aveva scoperto che la ragazza aveva nascosto 150 euro in tre banconote da cinquanta dietro il bidet del bagno della stanza che condivideva con un’altra ospite della comunità.

La chiamata alla Polizia

A quel punto aveva allertato la polizia di Monza, che dalla targa era risalita al 27enne di Brugherio, un incensurato proveniente da una famiglia facoltosa della cittadina del monzese.

La giovane era stata interrogata, in forma protetta, dai poliziotti: «Io non ho niente, nessuno mi dà niente, quindi devo fare così», si sarebbe giustificata in lacrime, quando ha dovuto raccontare come aveva avuto quei 150 euro. Aveva confessato che non era la prima volta che andava con l’imputato, che a suo dire sarebbe stato a conoscenza della sua età e delle sue condizioni di vita».
La giovane aveva parlato di una casa di Brugherio «che l’aveva colpita perché aveva una scala interna con una bambola su ogni gradino».

Il pagamento

Aveva inoltre detto che l’imputato non aveva usato violenza nei suoi confronti, ma che l’aveva pagata 150 euro per ogni rapporto (sarebbero tre gli incontri sessuali incriminati), che avveniva senza preservativo, e comprendeva anche la pillola del giorno dopo. In un’altra occasione, il brugherese, che nega l’accusa, le avrebbe proposto 100 euro in più per la partecipazione di un’altra persona, che avrebbe dovuto effettuare un filmato. Offerta che però la minore aveva rifiutato.
Si torna in aula a dicembre, per l’audizione dell’investigatore che ha condotto le indagini.

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