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Sgominata banda che assaltava casseforti

Arrestata banda di rapinatori, denunciata la titolare di Caponago di un "Compro Oro"

Sgominata banda che assaltava casseforti
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La banda forzava le serrature delle porte e quando non ci riusciva vi scaraventava contro casse, pietre e qualunque altra cosa fosse a portata di mano. Un sistema criminale finalizzato alla vendita dei preziosi, il cui terminale di riferimento era verosimilmente un  negozio «Oro Cash» di Bellinzago Lombardo gestito da una donna di 50 anni residente a Caponago.

L'intervento dei Carabinieri ha permesso di sgominare la banda

I Carabinieri della Compagnia di Merate, guidati dal capitano Domenico Cerminara, insieme ai colleghi di Verona, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, un italiano e quattro albanesi, accusati a diverso titolo di essere i componenti di una gang di ladri che avrebbe messo a segno 47 furti tra il Lecchese e la Bergamasca. I colpi sono avvenuti fra novembre del 2020 e il mese scorso. Altre tre persone, un uomo ed una donna albanesi ed una rumena, sono state invece deferite in stato di libertà perché, pur essendo ritenute complici in alcuni episodi, hanno svolto ruoli minori. A finire in manette sono stati Davide Sebastiano Lucio Alicata, 56 anni originario di Catania residente a Vaprio D’Adda in via Marconi anche se di fatto sarebbe senza fissa dimora. Si tratta di un ex agente della Polizia Penitenziaria. In arresto anche Augustin Gjoka 35 anni (già noto alle forze dell’ordine); Fatmir Ukaj, 32 anni (incensurato); Artur Prenga, 31 anni (incensurato) e Klodian Vasej 28 anni (pregiudicato per spaccio). Sono tutti nati in Albania e risultano sul territorio italiano senza fissa dimora. In base al corposo fascicolo d’indagine nessuno degli arresti cercava lavoro, ma si dedicavano ai furti... a tempo pieno.

Le indagini

Tutto è cominciato tutto è cominciato dai furti perpetrati ai danni di alcune abitazioni di Sartirana, frazione di Merate. I militari hanno quindi cominciato a perlustrare il territorio e ben presto si sono resi conto che la banda parcheggiava alcuni mezzi (usati poi per commettere furti) in posizioni strategiche ma non troppo vicino alle case che poi venivano «ripulite». Auto non direttamente riconducibili agli indagati.
I componenti della gang erano tutti senza fissa dimora, ma nonostante questo, gli uomini dell’Arma, sono riusciti ad individuare delle abitazioni di «appoggio», localizzate nel Lecchese a poca distanza dalle case che poi venivano svaligiate. Gli orari preferiti per i furti erano quelli tardo pomeriggio in inverno in modo da poter approfittare dell’oscurità e dell’assenza dei padroni di casa mentre con l’approssimarsi dell’estate, la gang agiva a notte fonda incurante della presenza dei proprietari. Nonostante il timore di essere controllati dalle Forze dell’Ordine, i fermati hanno più volte sfidato il lockdown dettato dal Covid-19. Gli arresti disposti dall’Autorità Giudiziaria hanno permesso di interrompere una spirale di furti che sarebbe proseguita se non addirittura aumentata nel periodo delle ferie estive.
Una volta individuato l’obiettivo, i ladri cercavano di forzare la serratura con attrezzi da scasso, che poi, al termine dei furti, venivano nascosti in diversi luoghi per eludere i controlli di polizia. Alicata e Ukaj sono stati fermati in autostrada, nei pressi di Verona, mentre si stavano allontanando in macchina per recarsi temporaneamente all’estero, mentre altri due componenti della banda sono stati sorpresi in una delle abitazioni in uso dove sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi arnesi da scasso e 5mila euro in contanti (somma ritenuta parte del provento delle attività illecite). Sono in corso altri accertamenti sui canali di ricettazione della merce rubata. E’ stato stimato che il valore della refurtiva rubata si attesti intorno ai 100mila euro.

Il ruolo della commerciante

I Carabinieri  hanno anche denunciato una 50enne residente a Caponago. La donna è titolare del negozio «Oro Cash» di Bellinzago Lombardo e secondo gli investigatori, nel suo esercizio gli indagati si sarebbero recati più volte a smerciare parte della refurtiva.
Nel suo negozio i  militari hanno aperto la cassaforte e all’interno del forziere hanno trovato una cassetta con 45 monili in oro, tra orecchini, braccialetti, collane e pendagli. Tutti gioielli che non erano stati regolarmente registrati sulle apposite schede e sprovvisti delle ricevute che devono essere rilasciate ai clienti. Pertanto gli investigatori ritengono che possano trattarsi dei monili rubati dal quintetto nelle case della Brianza e della Bergamasca. Tutti i gioielli trovati nella cassaforte sono stati sottoposti a sequestro penale in attesa di svolgere gli accertamenti del caso per risalire ai proprietari.

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