Si è spento don Giovanni, "sacerdote appassionato"
Nativo di Biassono, si è dedicato all'Opera don Folci al servizio dei giovani e alle parrocchie in cui è stato destinato. Funerali oggi pomeriggio.

"Un sacerdote appassionato ed entusiasta". Lutto a Biassono per la scomparsa di don Giovanni Beretta all'età di 93 anni.
Addio a un sacerdote appassionato
"Affidiamo don Giovanni alla bontà misericordiosa di Dio perché lo accolga accanto a sé nella gloria dei santi" il messaggio diffuso dalla Diocesi di Como per comunicare il decesso del sacerdote. Da pochi giorni aveva compiuto 93 anni. Nato a Biassono, il 26 maggio 1932, dopo aver conosciuto l’Associazione dei Sacerdoti di Gesù Crocifisso, avviò il suo cammino verso il sacerdozio e fu ordinato il 18 marzo 1961 per l’Arcidiocesi di Fermo dal vescovo Norberto Perini, amico di don Giovanni Folci e sostenitore del suo carisma. Dopo diverse esperienze, tra le quali significativa fu quella al Preseminario San Pio X in Vaticano, don Giovanni fu incardinato il 3 novembre 2003 nella Diocesi di Como e incaricato di dirigere la Casa Alpina dell’Opera don Folci a Santa Caterina Valfurva. Dal 2008 era collaboratore a Cedrasco. "Ricordiamo con affetto e gratitudine il nostro amato don Giovanni Beretta, che il Signore ha chiamato a sé, dopo che come prete ha speso la sua vita per l'Opera don Folci, per i giovani e per le parrocchie in cui ha offerto il suo servizio sacerdotale" il messaggio dell'Opera don Folci.
Il percorso di don Giovanni
Don Giovanni Beretta entra in seminario a Venegono Inferiore dove frequenta il liceo. Studioso ma anche sportivo nelle attività comuni, compie il servizio militare a San Giorgio a Cremano e a Sant’Ambrogio a Milano come telemarconista e lì si dà da fare organizzando recite e catechismo in parrocchia. Conosce don Giovanni Folci che lo porta alla Diocesi di Fermo, essendo molto amico del Vescovo Monsignor Battistelli, e lì, come altri sacerdoti che hanno fatto parte dell’Opera di don Folci, viene ordinato sacerdote il 18 marzo 1961. Nei periodi liberi dagli studi teologici diventa a volte autista di don Folci nei vari viaggi a Loano, Roma, Santa Caterina, e raccoglie confidenze liete ma a volte preoccupate del Padre. Sviluppa in questo periodo il suo estro artistico e seguendo un po’ lo stile pittorico di Fratel Venzo pittore gesuita, si destreggia con i pennelli in paesaggi soprattutto montani e religiosi. Il suo stile artistico e musicale lo esprime come Vicerettore nel Preseminario San Pio X° in Vaticano: riviste, teatri con sfondi dipinti con arte, canti allegri con la sua fisarmonica ma anche religiosi collaborando con don Gerardo Stocco.

Ha diretto la Casa Alpina dell'Opera don Folci
Il giorno "lunedì" era sacro per lui: prendeva la moto Gilera e partiva per l’EUR, per Torfiscale, l’aria del Vaticano gli stava stretta. Infatti a soli 44 anni, nel 1976, decide, in accordo con i superiori, di lasciare il Preseminario e di portarsi a Santa Caterina Valfurva nella casa "Dio mi vede", una delle tre case dell’Opera don Folci. Lì si sistema alla meglio e si impegna con il parroco don Giacomo Mitta a collaborare per la catechesi dei ragazzi, per il canto liturgico e per le celebrazioni religiose. Ha passato inverni gelidi ma ha potuto entrare con sua grande soddisfazione nel mondo della montagna, quella impegnativa. Con i suoi amici di Valfurva ha partecipato alla scalata dell’Aconcagua, la montagna più alta della Cordigliera delle Ande, in Argentina, con i suoi 7000 metri. Saliva e filmava: due passioni che sempre lo hanno accompagnato. Purtroppo la spedizione non ha raggiunto lo scopo a causa del maltempo, ma poco ci mancava. Chi non ha visto i suoi filmati dell’Aconcagua? Come quelli delle frane in Valtellina del 1987? E le riviste fatte in occasione della Festa Patronale di Santa Caterina lo hanno visto autore, regista, musicista e gran coordinatore.
Nel 2008 il trasferimento a Cedrasco
"Gli anni vanno avanti e don Giovanni nel 2008 lascia la tanto amata Santa Caterina e si mette disponibile a Cedrasco, un paesino vicino a Valle di Colorina in provincia di Sondrio. Si dedica al catechismo dei ragazzi, dei chierichetti (arriva ad averne una ventina, ma oggi le nascite sono calate anche lì), con la sua arte costruisce un bel presepe che a suo tempo occupa un altare laterale. Le gambe però fanno fatica a sorreggerlo, con il suo bastone sale scende le scale che lo portano al secondo piano della Canonica, ma a fatica. Il suo spirito libero, indipendente, umile al punto di non volere incarichi importanti (Rettore del Preseminario? No. Parroco di Valfurva? No. Parroco di Cedrasco? No.) lo accompagna sempre però con una totale e competente dedizione al servizio del buon popolo di Dio. Bravo don Giovanni. E grazie del tuo spirito esplosivo. Ci ha lasciato, dopo giorni faticosi, alla bella età di 93 anni" il ricordo del parroco di Cedrasco.
Il funerale oggi pomeriggio
Il funerale di don Giovanni sarà celebrato oggi pomeriggio, giovedì 12 giugno, alle 16, nella chiesa parrocchiale di Cedrasco, nella cui cappellina è stata composta la salma a partire dal pomeriggio di mercoledì 11. La Messa sarà preceduta, alle 15.30, dalla recita del Rosario. Verrà poi tumulato nel cimitero di Biassono. Don Giovanni lascia l'amata sorella Luigia, cinque affezionati nipoti, pronipoti e tutte le persone che gli hanno voluto bene. Per volontà della famiglia eventuali offerte saranno devolute a favore dell'Opera Divin Prigioniero.
Il servizio completo sarà pubblicato sul Giornale di Carate in edicola da martedì 17 giugno 2025.