"Siamo feriti a morte" il grido di rabbia dei sindacati dopo l'ennesimo infortunio mortale in Brianza

"Siamo feriti a morte"  il grido di rabbia dei sindacati dopo l'ennesimo infortunio mortale in Brianza
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"Siamo feriti a morte" il grido di rabbia dei sindacati dopo l'ennesimo infortunio mortale  in Brianza.

"Siamo feriti a morte"

“Basta! È inaccettabile che un giovane lavoratore perda la vita in fabbrica: il lavoro è vita, non possiamo continuare ad aggiornare quello che sembra diventare sempre di più un bollettino di guerra per la Brianza. Siamo feriti a morte!”, dolore e rabbia nelle parole dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per l’ennesima morte bianca. Un giovane lavoratore metalmeccanico, infatti, è deceduto a seguito di un incidente avvenuto ieri pomeriggio nell’azienda Trater di Nova Milanese.

Le organizzazioni sindacali avevano promosso una marcia unitaria dei Responsabili dei lavoratori per la sicurezza (Rls) proprio pochi giorni fa, il 7 giugno: una manifestazione che aveva sfilato per le vie del centro città al grido “basta morti sul lavoro”. Sono sei, infatti, gli operai che sul nostro territorio hanno perso la vita in questi primi mesi dell’anno a seguito di incidenti sul posto di lavoro. In precedenza avevano anche manifestato davanti alle Regione, purtroppo però questo tragico elenco si allunga.

“Un 2019 terribile. Moriamo tutti i giorni! – dichiara Giulio Fossati, membro della segreteria della Cgil di Monza e Brianza –. Ogni incidente sul lavoro è una perdita irreparabile per l'intera società, è giunto il momento di mettere un punto a questa tragica storia. In che modo? Investendo sulla formazione, premiando le aziende virtuose e intensificando i controlli”.

“Sul lavoro – conclude Fossati – è fondata la nostra Repubblica. E il lavoro è elemento decisivo per la realizzazione di ciascuna persona, se non si garantiscono i lavoratori, non si garantisce lo sviluppo del nostro Paese”.

“Ci ritroviamo a piangere – dichiara Mario Todeschini, segretario Cisl Monza Brianza Lecco – l’ennesimo morto sul lavoro sul nostro territorio. C’è solo una via obbligata per fare cessare questa situazione intollerabile: investire sulla formazione e far sì che le postazioni di lavoro siano conformi alle norme di sicurezza. Gli enti di controllo  devono assumersi l’onere di svolgere controlli sempre più capillari e sistematici. Il lavoro, garantito dalla Costituzione, non deve essere mai causa di morte”.

La presa di posizione della Fiom

Sulla tragedia ha emesso un comunicato anche la a Fiom Cgil Brianza che ha espresso "la propria solidarietà ai familiari di Christian Catalano, lavoratore metalmeccanico di Desio di soli 35 anni, deceduto sul lavoro nell’incidente verificatosi nel pomeriggio di ieri 20 giugno 2019, presso la Trater di Nova Milanese.

"Anche se questo è il momento del dolore, dello straziante dolore, nel quale deve prevalere la vicinanza e la solidarietà del mondo del lavoro ai familiari noi non possiamo non denunciare il fatto che la strage sul lavoro sta continuando. Di lavoro si deve vivere e non morire. Si facciano le indagini, si stabiliscano le dinamiche, le cause e le responsabilità di quanto è avvenuto. Siamo al sesto incidente mortale dall'inizio dell'anno nella sola Provincia di Monza e Brianza, due di questi sono giovani lavoratori metalmeccanici.
Non ci stanchiamo a chiedere politiche e azioni differenti rispetto a quelle attuate finora.

"Le aziende diano priorità alla salute e la sicurezza dei lavoratori, facciano gli investimenti necessari, spendano in formazione ed informazione. Ed anche le istituzioni facciano la loro parte, servono assunzioni di personale destinato alla prevenzione ed al controllo, servono anche maggiori e più profonde ispezioni e verifiche nelle aziende.

"È una vergogna che il Governo abbia stabilito una riduzione dei premi assicurativi che le imprese pagano all’Inail, sono stati sottratti milioni di euro agli impegni dell'Inail per la formazione e la prevenzione in materia di sicurezza e di tutela della salute. Bisogna fermare questa strage, si evitino tragedie come quella verificatasi ieri. Non esistono fatalità quando ci sono morti sul lavoro".

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