Cronaca

Sit-in delle mamme: "Scuola in presenza al cento per cento"

Il rientro in aula degli studenti delle superiori al 50 per cento ha placato solo in parte le proteste

Sit-in delle mamme: "Scuola in presenza al cento per cento"
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Sit-in delle mamme: "Scuola in presenza al cento per cento". Il presidio ha preso il via alle 17.30 di oggi, venerdì 5 febbraio 2021, in piazza Roma,  di fronte all'Arengario di Monza.

Sit-in delle mamme

Il rientro in aula degli studenti delle superiori ha placato solo in parte le proteste. Perché ora molti genitori guardano con preoccupazione anche alla didattica in presenza al 50 per cento.  "Un conto è l'emergenza, ma ora è quasi un anno che la scuola sta facendo i conti con chiusure, aperture improvvise e solo parziali e didattica a distanza - ha spiegato Elena Degradi, mamma di quattro figli e docente di Fisica all'"Europa Unita" di Lissone - I ragazzi devono tornare sui banchi al 100 per cento, anche perché la didattica integrata ha delle lacune: il docente deve cercare di gestire due situazioni diverse, ovvero i ragazzi presenti in classe e gli altri che seguono da remoto. Cosa che non è affatto semplice."

Aggiunge Degradi. "Poi c'è la questione delle life skills, ovvero quell'insieme di abilità sociali, cognitive e personali che si imparano anche a scuola e che, con questo sistema, difficilmente possono essere trasmesse con efficacia. Fermare la scuola significa bloccare la crescita dei nostri figli. E privare il Paese del proprio futuro". Senza dimenticare che, un anno di didattica a distanza ha inciso pesantemente sui programmi, "che inevitabilmente sono stati ridotti".

Altre posizioni

Parole cui fanno eco le dichiarazioni di Silvia Epicoco, anche lei mamma di quattro figli e promotrice della prima protesta per il rientro a scuola quando ancora, a inizio gennaio, sembrava un miraggio, e di Katrin Weinstock-Aroldi. "Non conta solo l'apprendimento, conta anche tutto ciò che vi ruota attorno, a partire dalle relazioni interpersonali che sono fondamentali per la crescita dei ragazzi. Preoccupa anche il fatto che ormai si siano abituati a rimanere a casa".

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