«Sulla metro? Si confrontino i sindaci». Il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ospite della Festa provinciale della Lega a Brugherio (e magliettina verde d’ordinanza indosso), è tornato a parlare della metropolitana, in particolare delle polemiche sollevatesi all’indomani di un possibile «spostamento» di risorse dalla M4 alla M5 a Monza. Ipotesi che ha fatto infuriare, e non poco, i Comuni interessati dalla tratta della Linea Blu, in particolare Segrate e Pioltello.
Soldi alla M4 o alla M5? «Decidano i sindaci»
Ma Salvini nella polemica pare non voglia metterci troppo becco e, così come aveva già fatto in passato, ha passato la palla ai sindaci. «Ho detto al sindaco di Milano Beppe Sala e al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana di sentire i sindaci del territorio – ha affermato – Se ritengono più utile spostare i fondi dal prolungamento di Segrate a Monza, perché c’è uno stato di progettazione più avanzato, per me va bene Del resto sono autonomista: non impongo io da Roma dove fare la fermata, io sono a disposizione del territorio per ascoltare le loro proposte». E ha poi aggiunto: «Sicuramente non ha senso fare quella per Sesto, Cinisello e Monza tagliando tre o quattro fermate. Se la fa fai, la fai tutta e bene, perché la Brianza è fondamentale». Così come aveva fatto lo scorso anno dal medesimo palco, è tornato a ribadire come «io non moltiplico i soldi. Abbiamo già investito un miliardo e a luglio e il mio ministero metterà ulteriori 100 milioni per andare a coprire, almeno in parte gli extra costi».
“Ho già messo altri 100 milioni”
Una decisione, quest’ultima, arrivata dopo due incontri coi sindaci dei Comuni interessati dalla M5, Monza in primis, Milano, Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni. Il primo tenutosi a Roma il 26 giugno, il secondo da remoto e durante il quale il Mit ha assicurato la disponibilità a mettere sul piatto i 100 milioni che andranno a coprire (in parte) gli extracosti che erano emersi lo scorso anno in seguito al Paur, il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (ma causati anche da inflazione e aumento dei costi legati all’edilizia).
Intanto il sindaco di Segrate affila le armi
Intanto il sindaco di Segrate, davanti all’ipotesi di dover fare un passo indietro, minaccia le vie legali. «Se il ministero insisterà in questa scelta arbitraria, la città di Segrate reagirà in tutte le sedi – ha affermato Paolo Micheli – Siamo pronti a presentare ricorsi al Tar, diffide formali e azioni legali contro ogni atto che tenterà di scavalcare la legge e sottrarre ai nostri cittadini un’opera già finanziata. Non permetteremo che la nostra città venga sacrificata per propaganda o per interessi elettorali. Segrate difenderà i propri diritti e il proprio futuro con la forza della legge e con la voce dei cittadini».