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Sopravvissuta alla guerra e al tifo, nonna Anita spegne cento candeline

Traguardo speciale per la natia di Cimnago al fianco della famiglia.

Sopravvissuta alla guerra e al tifo, nonna Anita spegne cento candeline
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Sopravvissuta alla guerra e al tifo, nonna Anita spegne cento candeline. Traguardo speciale per la natia di Cimnago al fianco della famiglia.

Un traguardo speciale

Un traguardo speciale tagliato proprio nella giornata di oggi, martedì, quello raggiunto da Giuditta Romanò, per tutti Anita, che spegne cento candeline. Nata il 27 settembre 1922 nella frazione di Cimnago, dove è cresciuta, si sposò il 10 settembre 1949 con Rizieri Dubini, muratore, da cui ebbe tre figli: Enrica, Franco e Nadia. Sopravvissuta al tifo a 19 anni, smise di studiare dopo la quarta elementare per andare a lavorare con i fratelli: "Avevano una ditta che produceva chiodi - racconta - Mi occupavo di contabilità, ma lavoravo anche al maglio". Anni difficili quelli della gioventù, nel pieno della guerra. "Ricordo le marce che ci obbligavano a fare fino alla casa del fascio da Cimnago a Lentate - spiega - Una donna che soffriva d’asma restava sveglia durante la notte e faceva da sentinella, avvertendoci dell’arrivo di soldati o bombe. E se dava l’allarme noi scappavamo nei campi".

Circondata dall'affetto della famiglia

Oltre ad aver lavorato con i fratelli Anita aveva imparato a lavorare il pizzo Cantù. Dopo il matrimonio si è dedicata soprattutto alla famiglia, ma ha sempre continuato a realizzare pizzi e ricami. Oggi, oltre che madre, è anche nonna di cinque nipoti, tutti cresciuti da lei, e di due pronipoti. "Ho sempre cercato di dare il mio cuore a tutti", sottolinea con dolcezza.
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