Studenti in piazza contro la didattica a distanza: "Inefficace"
Il sit-in dei ragazzi delle scuole superiori in piazza Trento e Trieste a Monza
Studenti in piazza per protestare contro la didattica a distanza: "E' inefficace". Il sit-in ieri mattina (lunedì 23 novembre 2020) in centro Monza.
Studenti in piazza
Muniti di pc, libri, quaderni, mascherine e coperte, un gruppo di studenti (distanziati l’uno dall’altro per rispettare le norme anti Covid) delle scuole superiori hanno voluto esprimere le proprie riserve circa la dad (la didattica a distanza). A organizzare la manifestazione, che si è tenuta in piazza Trento e Trieste, due studentesse dell’ultimo anno del liceo artistico Nanni Valentini, Andrea Scicutella e Sofia Villapiano (supportate dall’Unione studenti di Monza).
«Con la didattica on line manca il contatto umano e il confronto - hanno spiegato - Chi pensa che la scuola consista solo nell’ascoltare si sbaglia. Intorno alle lezioni si creano discussioni e dibattiti, si impara a pensare con la propria testa nel rispetto delle idee altrui. Tutto ciò con la dad va perso».
Il problema, aggiungono, è che dall’alto non si è fatto nulla nei mesi precedenti per garantire un rientro a scuola duraturo. «Non crediamo certamente che le scuole possano riaprire dall’oggi al domani - hanno quindi precisato Scicutella e Villapiano - Siamo qui perché nei mesi precedenti alla ripartenza delle lezioni dal Governo non hanno pensato a soluzioni ottimali, a partire dai trasporti, nonostante tutti sapessero che la seconda ondata sarebbe arrivata. E le conseguenze le stiamo pagando sulla nostra pelle».
Un mese di didattica a distanza destinato a essere prorogato. «La nostra preside ha gestito benissimo la situazione, sia all’inizio dell’anno scolastico, quando abbiamo seguito le lezioni in presenza, che adesso, essendo riuscita a garantire la prosecuzione dei laboratori. Si è rimboccata le maniche, più di così non poteva fare e noi lo abbiamo apprezzato».
"Hanno scelto la strada più semplice"
Rimane l’impressione, concludono, che dal Governo si sia voluta scegliere la strada più semplice. «I casi di studenti positivi che si sono registrati nelle scuole, oltre a essere decisamente esigui, sono tutti legati a contagi esterni. Non ci sono stati focolai e i presidi stavano gestendo tutto al meglio. Sembra che dall’alto si siano voluti arrendere subito, cosa che per altro non è stata fatta negli altri paesi europei dove le scuole continuano a rimanere aperte».