Stupro e violenze da "Arancia Meccanica" alla fidanzata: arrestato

La 25enne violentata legata a una sedia e costretta a vedere un film con sevizie

Stupro e violenze da "Arancia Meccanica" alla fidanzata: arrestato
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Stupro e violenze da “Arancia Meccanica” alla fidanzata: arrestato. La 25enne violentata legata a una sedia e costretta a vedere un film con sevizie.

Violenze quotidiane: arrestato 45enne

L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 45enne responsabile di una lunga serie di violenze e maltrattamenti in famiglia è stata emessa dal gip di Milano, a seguito delle indagini condotte dalla Sezione Polizia Anticrimine del Commissariato di Sesto San Giovanni ed eseguita sabato 4 maggio con l’ausilio dei colleghi della Squadra volante. L’incubo per la giovane  – sestese, italiana di origini nordafricane – è iniziato lo scorso luglio, quando aveva deciso di andare a convivere con l’uomo, italiano e con una lunga serie di precedenti penali alle spalle, nella sua casa di Rozzano, Hinterland di Milano. Schiaffi e calci erano all’ordine del giorno, anche in pubblico, al ristorante, per una semplice scollatura ritenuta “eccessiva”. Insulti, pesanti, per semplici sguardi rivolti ad altri uomini. La 25enne veniva anche chiusa in casa dall’uomo, che le aveva sottratto la sim card del cellulare, sostituita con un’altra scheda con pochi numeri di telefono, quelli che lui riteneva “necessari”. Geloso e spesso ubriaco, non esitava anche a lanciarle addosso oggetti e suppellettili di casa.

La violenza sessuale e il film con sevizie

Il culmine dell’escalation di violenze è stato raggiunto lo scorso settembre, quando il 45enne ha legato a una sedia in soggiorno la fidanzata, dopo averla fatta spogliare. L’ha costretta a vedere un film in streaming, su Internet, con scene di violenza nei confronti di una donna che veniva sfregiata con un coltello. “Ecco, farai la stessa fine”. Poi  lo stupro, con i lividi sulle braccia e sul viso che la ragazza avrebbe portato per settimane. Una situazione di terrore e sottomissione, anche psicologica, che la 25enne è riuscita a superare dopo l’ennesima aggressione, approfittando di una chiamata della sorella. In arabo, le ha chiesto aiuto. Ed è riuscita ad allontanarsi da casa, con una scusa, ancora in ciabatte. Portata in ospedale, a Sesto, la 25enne era stata poi dimessa con una prognosi di venti giorni. Il referto è finito in Commissariato, dove la donna – alcuni giorni dopo la sua dimissione – si è recata per raccontare tutto, squarciando il velo di paura. Otto ore di deposizione davanti all’Ufficio Reati contro la persona della Polizia, che aveva avviato le indagini e portato alla fine dell’incubo. Il suo aguzzino, che si trovava in prova ai Servizi sociali, da alcune settimane è già in carcere a seguito di un provvedimento di aggravamento della pena deciso dall’Ufficio di sorveglianza di Milano, per un altro reato. E qui è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare. E’ accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate.

 

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