Monza

Svincolo accanto al pozzo d'acqua potabile: la risposta dell'Europa

A chiedere l'intervento della Commissione preposta era stato il portavoce dei 5 Stelle Marco Fumagalli

Svincolo accanto al pozzo d'acqua potabile: la risposta dell'Europa
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Tra le tante criticità del progetto dell’ampliamento dello svincolo di San Rocco-Sant’Alessandro, a Monza, rilevate dai residenti c’era anche quella legata alla presenza, nell’area in cui sorgerà il cantiere, di un pozzo di acqua potabile. Preoccupazione che era stata portata all’attenzione dell’Europa dal Movimento 5 Stelle. E che ora ha avuto una risposta.

Maxi svincolo accanto al pozzo di acqua potabile

Se da un lato, osservano i pentastellati, Regione Lombardia procede con il progetto dello svincolo della Serravalle, come da deliberazione della Giunta regionale del 22 ottobre, incurante dei rilievi presentati dalle persone interessate, dall’altro la Commissione petizioni dell’Unione Europea ha infatti risposto alla richiesta presentata dal referente territoriali di Monza del Movimento 5 Stelle.

«Chi è lontano dal territorio risponde e consiglia come monitorare l’opera, mentre chi dovrebbe prendersi cura del territorio ignora i pericoli di un’opera dannosa per l’ambiente e la salute dei cittadini», si legge nella nota diffusa dal Movimento.

La risposta dell'Europa

«In carenza di prove del fatto che il progetto comporterà il deterioramento dello stato di uno o più corpi idrici o impedirà il raggiungimento di un buono stato ecologico potenziale di tali corpi idrici, rimanda il firmatario a indagare con le autorità nazionali se abbiano valutato l’impatto del progetto e la sua conformità alla pertinente legislazione dell’Unione Europea», si legge nel documento.

L’Europa, dunque, «suggerisce alcuni elementi di verifica dato che entro luglio 2027 gli Stati membri devono stabilire una serie di dati comprendenti informazioni sulla valutazione del rischio dei bacini idrografici per i punti di estrazione - ha spiegato Marco Fumagalli - Ma le autorità italiane non si curano né della direttiva comunitaria, né del rischio concreto paventato da un intervento che lambisce la fascia di rispetto assoluta del pozzo dell’acqua potabile. C’è il totale silenzio della Regione e della Provincia sul rischio di inquinamento della falda a seguito dell’intervento. Mi chiedo se non sia necessario anticipare le analisi previste per il 2027 ai prossimi mesi per evitare di sperperare risorse in un progetto che potrebbe poi dover essere modificato».

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