Tempio crematorio degli orrori: identificati alcuni corpi cremati insieme

Tra le vittime della vicenda ci sarebbero anche i familiari di alcuni defunti brianzoli.

Tempio crematorio degli orrori: identificati alcuni corpi cremati insieme
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Tempio crematorio degli orrori: identificati alcuni corpi cremati insieme. Tra le vittime di questa terribile vicenda ci sarebbero anche i familiari di alcuni defunti brianzoli.

Tempio crematorio degli orrori: identificati alcuni corpi cremati insieme

Sono stati identificati alcuni corpi tra quelli cremati a due a due, nel tempio crematorio di Biella, gestito dalla Socrebi e al centro della bufera da un paio di mesi per la gestione delle attività di cremazione ( leggi qui per approfondire).

Tra le vittime di questa terribile vicenda ci sarebbero anche i familiari di alcuni defunti brianzoli. Nelle ore immediatamente successive al sequestro del forno infatti molte imprese funebri, anche della zona, si sono precipitate a Biella per recuperare le salme non ancora cremate.

Drammatica, proprio in relazione a questa vicenda, la testimonianza raccolta nelle scorse settimane di una donna di Seregno che, dopo lo scandalo, denuncia "Non so se le ceneri nell'urna sono di mio marito".

LEGGI QUI LA TESTIMONIANZA

Ora si aspetta la relazione della patologa

A seguito di queste analisi sono scattate oltre alle accuse di distruzione di cadavere e violazione di sepolcro, quella di truffa. Altre indicazioni e informazioni utili alla complessa inchiesta dovrebbero arrivare dalla relazione della patologa forense Cristina Cattaneo, al cui laboratorio sono stati consegnati circa 240 chili di ceneri e ossa trovate all'interno del forno crematorio di Biella al momento del sequestro della struttura. Materiale ammucchiato in scatoloni pronto per essere gettato in discarica.

Indagati il padre e la moglie di Alessandro Ravetti

Sul fronte delle indagini è stato confermato l’impianto accusatorio costruito dalla Procura dopo il serrato interrogatorio di Alessandro Ravetti, amministratore delegato della Socrebi, impresa che gestisce il tempio crematorio di Biella.

Le pratiche irregolari di doppie cremazioni erano partite ben prima dell’avvio dell’inchiesta, fin dall’ottobre del 2017.

Per quanto riguarda le esumazioni, la pratica di estrarre i corpi dalle bare di zinco avrebbe avuto inizio fin dall'inizio dell’attività della struttura. Operazioni ben note a tutta la famiglia Ravetti e ai dipendenti che lavoravano nella struttura.

Per questo avrebbero ricevuto un avviso di garanzia anche il padre di Marco e Alessandro Ravetti, Roberto e la moglie di Alessandro, Alessandra Barbera Fortunato, che nell'azienda si occupava dell’amministrazione. Ricordiamo che martedì Alessandro Ravetti è stato scarcerato (leggi qui). L’inchiesta è ormai quasi definitivamente conclusa. Gli inquirenti possono infatti contare su un prove solide e ben costruite.

 

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