Tentano di uccidere un 25enne a coltellate, presi i tre latinos
L'aggressione nei giardini del Nei a Monza. Mentre infierivano con 12 coltellate, gli avrebbero detto: “Ho degli ordini, devi morire”
Lo hanno colpito con diverse coltellate e solo l'intervento di un amico ha salvato la vittima designata, un 25enne residente a Monza. Mentre infierivano su di lui gli hanno urlato: “Ho degli ordini, devi morire”. Ora gli aggressori sono stati arrestati.
Dodici coltellate sulla vittima
La Squadra Mobile della Questura di Monza e della Brianza, all'alba di martedì 23 luglio 2024, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura coercitiva emessa dal Gip del Tribunale di Monza, richiesta dalla Procura della Repubblica di Monza, a carico di tre giovani ritenuti responsabili del tentato omicidio di un coetaneo la sera del 20 giugno nei pressi dei giardini pubblici del “Nei”, in via Enrico da Monza.
Il giovane è stato soccorso in via Pesa del Lino dopo essere stato colpito da 12 coltellate sferrate, tutte in parti vitali, tanto che è rimasto ricoverato in ospedale per giorni e solo grazie all'arrivo di un amico che, attirato dalle sue urla, è riuscito a far allontanare gli aggressori, è sopravvissuto all'aggressione.
Tutto era nato per un primo diverbio e una prima aggressione alla vittima da parte dei tre sudamericani all’interno del giardino pubblico del Nei attorno alle 20, quando i tre soggetti gli si sono avvicinati e uno, dopo essersi fatto dare un coltello da uno dei complici, ha colpito la vittima designata.
Il ragazzo, però, all'inizio è riuscito a fuggire verso via Lecco, ma è stato nuovamente raggiunto dall'aggressore che lo ha colpito con un primo fendente allo stomaco. La vittima, stramazzata al suolo, ha tentato di rialzarsi, ma è stato nuovamente colpito alla testa con una bottiglia. Un colpo sferrato con forza tale da far perdere quasi i sensi all’aggredito che, nella ricostruzione dei fatti resa agli investigatori, non ricordava nemmeno le altre coltellate, ricostruite solo grazie al referto medico.
Le indagini sul tentato omicidio
Grazie gli immediati accertamenti condotti fin dalle prime fasi dalle Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, per la Questura di Monza è stato possibile acquisire le prime informazioni anche tramite gli impianti di videosorveglianza attivi nella zona.
L’analisi delle immagini e le dichiarazioni dei testimoni hanno quindi permesso agli inquirenti di ricostruire dettagliatamente quanto accaduto.
L’ulteriore attività di indagine, condotta con le tecniche tradizionali di analisi delle banche dati, di assunzione di testimonianze e di scambio informativo con le Forze di Polizia del territorio, ha permesso in breve tempo di identificare i tre autori.
Si tratta di P.H.B.S., ecuadoriano del 2001 residente in provincia di Varese, quale aggressore principale, destinatario di custodia cautelare in carcere; D.C.D.M., ecuadoriano del 2003 residente a Concorezzo, quale coautore per aver fornito il coltello, destinatario di custodia cautelare in carcere e Q.O.B.F., ecuadoriano del 1996 residente a Monza, ma domiciliato a Varese, che ha fatto da “palo”, destinatario degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, tutti con precedenti di Polizia per simili episodi.
L'ombra delle band latinos
Intanto la ferocia dell'aggressione e la preoccupante frase pronunciata dall’accoltellatore mentre infieriva sulla sua vittima: “Ho degli ordini, devi morire”, hanno fatto emergere l'ombra di un regolamento di conti tra band latinos.
Dalle indagini della Polizia di Stato, infatti, èmerso altresì che, nonostante nessuno dei giovani coinvolti sia affiliato alle famigerate bande di “latinos”, la causa dell’aggressione è riconducibile alla semplice conoscenza da parte della vittima di un altro soggetto appartenente ad una gang rivale dei “latin King” di Cologno Monzese, della quale i tre aggressori si sono detti esponenti.
L’azione criminosa è stata di una “violenza inaudita” e ha portato in brevissimo tempo alla richiesta delle misure cautelari da parte della Procura di Monza ed all’emissione delle stesse da parte del Gip che ha accolto in toto il quadro probatorio emerso dalle indagini.
L’operazione di Polizia, ha consentito, oltre che di rintracciare e sottoporre alle misure cautelari i tre indagati, anche di sequestrare, nelle loro abitazioni, parte dell’abbigliamento da loro indossato il giorno del tentato omicidio.