Traffico di sostanze stupefacenti nel quartiere San Rocco a Monza: 9 arresti
L'operazione ha coinvolto le province di Monza, Milano, Varese. Il fornitore individuato in Olanda.
Oggi, sabato 30 maggio, nelle prime ore del mattino, nelle province di Monza e della Brianza, Milano, Varese e in Olanda, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Monza Brianza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Monza - nei confronti di 9 soggetti (4 albanesi, 3 italiani e 2 rumeni) ritenuti tutti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti.
Traffico di sostanze stupefacenti nel quartiere San Rocco
L’attività, condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Monza e Brianza e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza (Sostituto Procuratore dott. Rosario Ferracane), è stata avviata nel dicembre 2019 a seguito della recrudescenza del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere San Rocco di Monza.
La base logistica nel quartiere monzese
Le informazioni raccolte d’iniziativa hanno permesso di individuare un soggetto albanese, 30enne regolare sul territorio, che riforniva numerosi spacciatori delle piazze monzesi e dell’hinterland utilizzando quale base logistica, lontano da occhi indiscreti, la propria abitazione sita nel suddetto quartiere. Il soggetto, pluripregiudicato per reati specifici, era coadiuvato dalla moglie nell'attività di approvvigionamento e “taglio” della cocaina, nonché nel versamento di ingenti somme di denaro contante su conti correnti riconducibili alla coppia stessa, provento dell’attività illecita.
Il fornitore in Olanda
Nel corso dell’indagine è stato possibile individuare il fornitore della cocaina in un
albanese residente in Olanda, noto per i suoi traffici a livello internazionale nello specifico ambito, che utilizzava diversi corrieri, per lo più autisti di tir, per introdurre ingenti quantitativi di cocaina nel territorio nazionale.
La rete di pusher
L’attività tecnica ha consentito di filmare le consegne nonché di ricostruire la rete di pusher facente capo al principale indagato, che è stato già tratto in arresto nel febbraio 2020 in quanto trovato in possesso di 1kg di cocaina, destinata al mercato svizzero, e oltre 20.000 euro contanti nonché materiale per il confezionamento dello stupefacente.