Trovato morto il giornalista Pier Attilio Trivulzio
Il ricordo commosso dei suoi ex colleghi
Chi lo ha conosciuto lo ricorda per la sua penna raffinata e graffiante, per la sua passione per i motori, ma anche per la coerenza con la quale affrontava i casi di cronaca più spinosi.
Trovato morto il giornalista
Pier Attilio Trivulzio, per anni cronista a Monza, è stato trovato senza vita nella sua abitazione di Novara. A dare l’allarme era stato il collega monzese Marco Pirola, col quale aveva lavorato per anni e che per mesi aveva tentato di mettersi in contatto con lui. Invano.
Secondo quanto finora emerso, l’83enne, nel momento in cui è stato rinvenuto, era già deceduto da tempo. La morte risalirebbe ad agosto, quando di lui non si avevano più notizie.
Da tempo non si avevano più sue notizie
Il collega, non sentendolo da tempo, ha avvertito le forze dell’ordine che lo hanno poi trovato senza vita nel suo appartamento piemontese, dove si era trasferito dopo la pensione.
Grande professionista, Trivulzio aveva collaborato con importanti testate nazionali come L’Espresso, la Notte e con l’Ansa, ma è stato molto attivo anche nelle cronache locali.
"Da tempo non rispondeva a messaggi, telefonate o mail che fossero - ha spiegato Marco Pirola - Tutti lo conoscevano per il suo carattere particolare, ma una certa preoccupazione c’era".
I tentativi di mettersi in contatto con lui sono stati ripetuti, fino a che Trivulzio non è stato trovato senza vita.
Un cronista d'altri tempi
"Com’era come cronista? Bravo, indubbiamente - ha spiegato Pirola - Nel giornalismo sportivo era un asso, nella cronaca il numero uno. Ha lavorato per due anni su un’inchiesta che trattava dei rapporti tra i cinesi e la ‘ndrangheta. Ogni settimana uscivano pagine da incorniciare. Mica fuffa. Quando ero suo direttore mi ha fatto prendere 12 querele. Sono stato assolto da tutte quante. In tribunale si presentava con faldoni e documenti. Tutto quello che ha scritto, lo ha fatto a ragion veduta".
Il cordoglio del collega
Parole di cordoglio le ha espresse anche Andrea Cremonesi, ex inviato della Gazzetta dello Sport ora addetto stampa per Aci Sport. "Come dimenticare Trivulzio - ha ricordato con commozione - E’ stato uno di quelli che mi ha accolto quando cominciai a fare questo mestiere nell’89. E’ stato il giornalista che più assiduamente ha frequentato l’autodromo, non solo quando c’era la Formula Uno. Non si perdeva nessun appuntamento domenicale, a partire dalla Formula Monza. Caratterialmente era una persona estremamente riservata, non amava parlare di sé. Ma quando si affezionava a qualcuno, gli rimaneva amico per la vita".
Così è successo, ad esempio, con la moglie del pilota Lorenzo Bandini, morto a Montecarlo negli anni Sessanta in un terribile incidente. "Le è stato vicino fino alla fine - ha commentato Cremonesi - Era fatto così. Solitario, ma anche capace di grandi amicizie".