Operazione "Camper Delivery 2022"

"Truffe del camper": l'operazione della Polizia coinvolge anche la Brianza

Acquistavano camper di lusso con assegni falsi e poi li vendevano all'estero: quattro arresti

"Truffe del camper": l'operazione della Polizia coinvolge anche la Brianza
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Acquistavano camper di lusso che pagavano con assegni falsi, per poi rivenderli all'estero. In quattro sono finiti agli arresti domiciliari accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate e riciclaggio. All'operazione hanno collaborato anche gli agenti della Polizia di Stato di Monza e Brianza. 

"Truffe del camper": l'operazione della Polizia coinvolge anche la Brianza

L’indagine ha avuto inizio nel gennaio del 2022, quando un cittadino si presentò in Questura ad Asti per sporgere denuncia raccontando di essere stato vittima di una truffa e spiegando che, dopo aver messo in vendita su una nota piattaforma on line il suo camper di lusso, era stato contattato, dopo qualche giorno, da un soggetto per l’acquisto,
La transazione apparentemente era andata a buon fine ma trascorsi alcuni giorni, il venditore si era accorto che l’assegno
circolare da incassare era falso. Nel frattempo però il suo camper era già stato portato all’estero.

L'indagine

Dopo la denuncia era scattata immediatamente l’indagine dei poliziotti della 3ᵃ Sezione della Squadra Mobile di Asti, denominata “Camper Delivery 2022” dapprima con il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti e poi con quello della Procura di Pavia. Grazie ad una complessa attività info-investigativa i poliziotti sono riusciti a fermare
un’organizzazione criminale dedita alla cosiddetta truffa del camper, traendo in arresto quattro cittadini italiani di cui tre di etnia sinti, ora accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate e riciclaggio.

Come agiva il gruppo criminale

Dapprima il gruppo contattava le vittime che avevano pubblicato annunci di vendita di costosi camper.  Dopo una breve trattativa telefonica, i malviventi fissavano un incontro durante il quale il mezzo veniva visionato, poi avvalendosi di un’abile dialettica, i truffatori riuscivano a trarre in inganno gli ignari venditori effettuando il pagamento con assegni circolari falsi che riproducevano segni distintivi di filiali inesistenti di rinomati istituti bancari, di cui venivano altresì
create false pagine online, che da una semplice ricerca su internet portavano ad un’utenza dedicata VoIP che fungeva, tramite un falso operatore di banca, da riscontro circa la presunta attendibilità dei titoli di pagamento.

La trattativa avveniva negli orari di chiusura degli sportelli bancari in maniera tale che le vittime non potessero rendersi conto immediatamente della truffa. In questo lasso di tempo il veicolo, il cui valore oscillava tra i 30 e i 45 mila euro, veniva trasportato all’estero e rivenduto.

Ruoli e compiti precisi

I ruoli assegnati a ciascun componente del gruppo criminale erano ben definiti: B.E. e F.S. , rispettivamente una donna e un uomo, avevano il compito di avvicinare le vittime, B.E. poi si intestava i veicoli provento delle truffe e procedendo alla loro successiva radiazione per l’estero; F.S. aveva il ruolo di compagno della donna ed era colui che forniva materialmente l’assegno alle vittime. N.S. invece aveva il ruolo di intestatario delle utenze telefoniche con cui venivano contattate
le vittime e assegnatario dell’utenza VoIP utilizzata con riferimento alla finta banca emettitrice del finto assegno; infine,
G.D., era l’intermediario per la vendita dei mezzi proventi di delitto.

A carico dei soggetti coinvolti sono stati contestati sia i fatti commessi ad Asti da cui ha avuto inizio l’indagine, che reati analoghi commessi a Verona e tentati in Aosta, per un valore totale di 110.000 euro circa. La competenza, su provvedimento del GIP di Asti, dalla Procura di Asti è stata trasferita presso la Procura della Repubblica di Pavia.

L'arresto

Grazie al quadro probatorio emerso dalle indagini per i quattro soggetti sono stati disposti gli arresti domiciliari. I quattro malviventi, inizialmente risultati  irreperibili sul territorio nazionale, sono stati rintracciati grazie a servizi di osservazione e di intercettazione. Nella mattinata di giovedì 9 febbraio i poliziotti della Squadra Mobile astigiana, in collaborazione con quelli delle Squadre Mobili di Varese, Monza e Brianza, Bergamo e Pavia, hanno tratto in arresto i presunti truffatori.

(Foto di copertina: immagine di archivio)

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