Uccide il figlio colpendolo con un pestacarne, poi chiama i Carabinieri FOTO
Emergono nuovi dettagli sull'omicidio avvenuto questa mattina in via Modigliani a Muggiò.
Uccide il figlio con un arnese da cucina e poi chiama il 112. Emergono nuovi dettagli sull'omicidio avvenuto questa mattina in via Modigliani a Muggiò. Un anziano 72enne avrebbe colpito più volte al capo il figlio 48enne tossicodipendente per poi chiamare i Carabinieri.
Uccide il figlio con un arnese da cucina
In base a quanto emerso il padre avrebbe colpito più volte al capo il figlio con un arnese da cucina, probabilmente un pestacarne, fino ad ucciderlo. Sarebbe questa, in base a quanto ricostruito finora, la dinamica dell'omicidio del 48 enne tossicodipente, aggredito a morte dal padre di 72 anni, Mario Colleoni, al culmine di una furiosa lite. La discussione sarebbe scoppiata intorno alle 11.40 in via Modigliani 10, all'interno della villetta di famiglia, inserita in un complesso di costruzioni singole a schiera.
"Venite, ho ucciso mio figlio"
Per cause ancora in fase di accertamento tra padre e figlio si sarebbe scatenato l'ennesimo litigio, degenerato in colluttazione. Il pensionato, dopo aver afferrato un arnese da cucina, si sarebbe scagliato contro il figlio colpendolo più volte in testa, fino a farlo cadere a terra, privo di vita. Lo stesso 72enne ha poi chiamato il 112 dicendo: "Venite, ho ucciso mio figlio".
LEGGI ANCHE: Omicidio di Muggiò VIDEO E TESTIMONIANZE
Premesso che i rapporti genitori/figli sono sempre più difficili, occorre sottolineare che la tossicomania esaspera famiglie, istituzioni ed operatori sociosanitari del settore. Si tratta di un fenomeno grave e profondo che taglia trasversalmente la società e che non si sa bene come affrontare. Da ex operatore Sert ritengo che siano necessari da un lato un assai maggior rigore da parte dello Stato nei confronti degli spacciatori (principalmente i grandi spacciatori), che rovinano la gioventù ed ipotecano il futuro della nazione, dall'altro che i tossicodipendenti siano responsabilizzati. E' infatti inammissibile che un utente frequenti un Sert per decine di anni senza risultati apprezzabili, nonostante numerosi programmi terapeutici di vario genere. Il problema del tossico è il territorio dove incontra altri tossici come lui e gli spacciatori, vanificando quindi il programma dei Sert. Occorre assolutamente che chi ha una dipendenza superiore ad un anno sia inviato in una struttura terapeutica nella quale permanga per non meno di tre anni, il primo dei quali senza contatti con l'esterno e gli altri due con alcune uscite in compagnia di operatori qualificati. In tal senso condivido la strategia di san Patrignano che ha riscosso lodevole approvazione in Italia e all'estero.